di Dino Agate - E ci risiamo, con i salvati in mare. Quei poveretti che arrivano sulle carrette del mare e sui gommoni per sottrarsi alla furie delle guerre che imperversano nei loro luoghi di origine, o per sfuggire a vendette tribali, o solo al morso della fame, arrivano, dopo essere stati salvati in mare, e sono accolti in territorio italiano. Secondo un'ipotesi di accordo, avvenuto a livello di Unione Europea, quei poveretti dovrebbero essere rifocillati, assistiti, identificati e spediti per quote nei vari paesi della comunità. Dovrebbero, ma non sarà così. Altro organo dell'Unione Europea, di valenza superiore a quello che sottoscrisse quell'accordo, lo ha messo in discussione, e diverse nazioni che avrebbero dovuto ricevere la loro quota di immigrati rinunciano ad accoglierli. Era prevedibile , ed era stato previsto. L'entusiasmo dei governanti italiani per quell'accordo saltato non aveva senso.
La decisione europea, connessa con quell'accordo, era che le finanze europee avrebbero finanziato, rafforzandolo, il sistema di salvataggio dei migranti e di prima accoglienza in Italia. Questa decisione viene rispettata. 3480 migranti sono stati salvati una manciata di ore fa, ed accolti nei nostri centri di raccolta. Quello che non avverrà é, invece, la ridistribuzione dei migranti fra i membri dell'Unione. Insomma, tutti assieme ne salviamo, e ne salveremo di più, ne faremo arrivare di più da noi, e ci resteranno perché Polonia, Inghilterra, Danimarca, Francia, Spagna, Grecia, ed altri paesi europei non ne vogliono sentire di averne di nuovi. Salvarli sì, ma che restino in Italia.
Non si capisce a questo punto come l'Italia possa sostenere il peso di tanti nuovi arrivi, dato che il limite é stato raggiunto da tempo. Il neo governatore del veneto, Zaia, ha diffidato il governo dal mandargliene ancora. Gli fanno buona compagnia altri governatori di altre regioni. Il problema dal livello internazionale scende a quello regionale, con un prevedibile contenzioso tra il governo centrale e quelli regionali.
Da parte sua papa Bergoglio ammonisce che l'accoglienza é doverosa. Lo spingono a ciò evidenti ragioni di pura fede religiosa e meno evidenti interessi terreni di un papato minacciato dall'Isis e possibile vittima di attentati. Nella stessa direzione del papa spingono, senza naturalmente nessun accordo con il papato, i malavitosi, i politici collusi ed i funzionari corrotti che hanno fatto dell'assistenza ai migranti l'affare di questi tempi. Non a caso un protagonista negativo delle vicende legate alla gestione dei centri di accoglienza dichiarò, in una conversazione telefonica intercettata, che quello che si poteva incassare sulla pelle dei migranti, a carico di Pantalone, é più consistente dei proventi del traffico della droga. La seconda trance del procedimento giudiziario di "Roma Capitale" ne dà conferma, se ce ne fosse bisogno.
Il guaio ulteriore é che tra i migranti, oltre i poveretti, ci sono i delinquenti di professione, gli affiliati di Isis e di altre associazioni terroristiche, di cui non abbiamo certo bisogno.
Dino Agate