Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/06/2015 06:25:00

Castelvetrano. L’ex centro di distribuzione di Grigoli al gruppo Maione

Ancora in attesa i 90 ex dipendenti del Gruppo 6 Gdo. Dopo il fallimento dell’azienda confiscata all’ex re dei supermercati Giuseppe Grigoli.

L’Agenzia dei beni confiscati avrebbe già firmato un contratto con la Maione di Santa Maria Capua Vetere, che opera nel settore agro-alimentare occupandosi di conserve e di olive.

In teoria, stando a quello che ha affermato la stessa Agenzia, 40 lavoratori potranno essere assunti a vario titolo dalla Maione, che utilizzerebbe l’ex centro di distribuzione (il CEDI)

Il contratto – ha detto Gaspare Giaramita della Cgil di Castelvetrano – non è ancora stato ufficializzato da parte del consiglio direttivo dell’Agenzia, che si sarebbe dovuto svolgere l’11 giugno scorso, ma è stato spostato al 3 di luglio. Purtroppo sono tempi che nessuno è in grado di velocizzare, perché le aziende sequestrate in Italia sono tantissime.”

Intanto però, sembra che continuino le dismissioni degli arredi di molti punti vendita, con il ritorno dei locali nella disponibilità dei proprietari.

I camion sono stati consegnati ai Vigili del Fuoco e pare anche che scrivanie, sedie, computer, stampanti e fotocopiatrici dell’ex CEDI siano già stati portati via e donati alle forze dell’ordine.

I lavoratori aspettano di sapere anche quando verrà loro liquidata una parte del Tfr. Infatti, attraverso una certificazione del curatore fallimentare, l’Inps potrà erogare quella relativa al periodo dal 2007 fino alla data del fallimento.

A parte i 40 assunti dalla Maione, dunque, rimarrebbero però ancora da collocarne altri 50.

Questi verrebbero presi in carico dalla Esse Emme di Marsala “distribuiti” nei nuovi punti vendita.

Ma calcolando una media di 5 unità per supermercato, occorrerebbe aprirne altri dieci. E’ molto difficile che possano spuntare dei supermercati di grandi dimensioni, come l’Iper Sisa al posto dell’Interspar all’interno del centro commerciale Belicittà. A Castelvetrano per esempio, i locali in cui prima sorgeva “6 Store”, in contrada Strasatto, sono stati recentemente occupati da “Paghi Poco”, trasferitosi dalla periferia nord della città.

Purtroppo, anche in questo caso, lo Stato ha perso. Le aziende di Grigoli hanno fatto la stessa fine del 90% di quelle sequestrate in Italia. Ha perso proprio nel giugno di un anno fa, quando la Gruppo 6 Gdo è stata dichiarata fallita. Da allora in poi l’imperativo è stato quello di salvare il salvabile.

Nessun imprenditore serio definirebbe lo smantellamento e la svendita della propria azienda, una vittoria. In Italia invece, patria delle partecipate, del pubblico e privato che si confondono, può succedere che dopo un clamoroso fallimento, la riapertura di un ipermercato svenduto ad un gruppo in grado di dettare le sue condizioni, venga considerata dal ministro Angelino Alfano una vittoria dello Stato. Si tratta dell’Iper Sisa che, inaugurato nel settembre dell’anno scorso, ha comunque rappresentato la salvezza per quei lavoratori che hanno avuto la fortuna di ricominciare, ma la vittoria dello Stato non c’entra nulla.

Eppure, tra brindisi e taglio del nastro, quel giorno c’era la politica, con Alfano in testa. La stessa politica che negli anni non si è accorta dell’azione fallimentare delle amministrazioni giudiziarie. Amministratori poco competenti, nella migliore delle ipotesi, ai quali recentemente sono stati chiesti risarcimenti milionari da parte dei curatori fallimentari (più di 3 milioni di euro nel caso della Special Fruit, azienda collegata alla Gruppo 6).

Quel giorno, pasticcini e spumante potevano soltanto rappresentare la felicità di quei lavoratori che ricominciavano.

Oggi, con la nave affondata da un anno, si sta cercando di soccorrere gli ultimi naufraghi tenuti ancora a galla dalla mobilità. Una corsa contro il tempo che non ha nulla a che vedere con la vittoria dello Stato.


Egidio Morici