Bruciano ancora le polemiche contro la Regione e il presidente Rosario Crocetta dopo gli incendi delle scorse settimane. Proteste da parte di forestali e sindaci di Comuni coinvolti dagli incendi per l’atteggiamento della Regione, “rea” di pensare in ritardo al servizio antincendio. In tutto ciò si inserisce lo scandalo della truffa da 13 milioni di euro ai danni dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente nell’affidamento e svolgimento del servizio di antincendio boschivo della Regione Siciliana da parte di quattro società che - secondo la procura di Palermo - avrebbero dichiarato il falso per ottenere l’appalto e avrebbero truffato anche sui materiali, elicotteri, personali utilizzati per il servizio.
Un esposto e' stato presentato da Legambiente alla Procura della Repubblica di Palermo e alla Corte dei Conti per segnalare inadempienze nel servizio anticendio, che secondo l'articolo 56 delle legge regionale 16 del 1996 deve essere attivato tra il 15 maggio e il 15 giugno di ogni anno
Brucia la polemica soprattutto nel Trapanese dove nei giorni scorsi un maestoso incendio ha mandato in fumo 190 ettari di vegetazione, di cui 35 di proprietà del Comune di Erice, 40 di Valderice e il resto del Demanio. Il rogo ha minacciato i centri abitati e il Castello di Nevere, e la parte interessata dall’incendio ricorda un paesaggio lunare, con ancora vivo la puzza di fumo. Il principale indiziato per il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, è la Regione, colpevole di non aver pensato in tempo alle opere di discerbatura e pulizia. Tranchida si è arrabbiato anche per gli elitcotteri arrivati in ritardo e i Canadair che non fanno più base a Birgi. Il sindaco ericino ha chiesto un presidio permanente per sorvegliare la montagna e proteggerla dagli attacchi dei piromani sulla cui “testa”, Tranchida, vorrebbe mettere una taglia. La senatrice Pamela Orrù, del Pd, il senatore 5 Stelle Vincenzo Santangelo, il deputato regionale Mimmo Fazio, hanno chiesto un intervento del Governo Regionale. “E’ stato un disastro annunciato, e ne succederanno degli altri”, dice Tranchida accusando la Regione di comportamenti omissivi.
Alle proteste dei politici si aggiungono quelle dei Forestali, da sempre i principali “indiziati” ogni volta che si apre la ferita di fuoco nel debole territorio siciliano. “Ci accusano di essere noi ad appiccare il fuoco, addirittura, per lavorare di più. Niente di vero. Noi siamo disposti a tutto pur di tutelare il territorio e abbiamo le competenze per farlo”,dice Michele Mogavero, forestale precario. “Siamo 24.727 e solo 1347 a tempo indeterminato e ben 8300 78-isti. Cioè persone che provano a vivere con 78 giornate l’anno più una indennità di disoccupazione inferiore a 2000 euro”, aggiunge Salvino Carramusa, altro forestale che opera nel palermitano. I forestali chiedono al Governo più celerità nell’avviamento della campagna antincendio e più giornate di lavoro. Ci sono i forestali da 151 giorni, quelli da 101, quelli da 78, tutti precari. Protesta il sindacato dei forestali in Sicilia, rivendica in una nota «l’avviamento della campagna antincendio in tutta la Sicilia» con massima celerità «attraverso l’utilizzo di tutto il personale in organico; cioè, senza la decurtazione del 20%, annunciata, di tutti gli addetti alla manutenzione, compresi gli stagionali, in maniera da recuperare i tempi perduti con la pulizia dei boschi e presidiarli».Il servizio sarebbe dovuto essere pronto il 15 giugno scorso. Nella nota, inoltre, si legge:
«Attivare la campagna antincendio, con il patrimonio boschivo ridotto a una vera e propria polveriera, riduce notevolmente i rischi d’incendi, ma non li elimina, poiché i boschi non sono stati interessati in tempo utile da lavori di prevenzione. E’ necessario recuperare il tempo perduto prima che lo scirocco alimenti i roghi e distrugga i boschi. Le cifre record degli incendi boschivi l’anno passato dovrebbero far riflettere: 700% in più rispetto al 2013».
Esattamente tra il 23 giugno e il 3 luglio del 2013 ci sono stati 508 incendi in Sicilia. L’anno dopo, negli stessi giorni, i roghi sono arrivati a 1800.
Alle proteste si aggiungono le inchieste. La procura di Trapani ha aperto un fascicolo sull’incendio di Erice. Ma lo scandalo arriva da Palermo, ed è quello dei giorni scorsi con la finanza che su tutto il territorio nazionale, ha eseguito una vasta serie di sequestri nei confronti degli amministratori pro tempore delle società Heliwest s.r.l., Elifriulia s.r.l., Elitellina s.r.l. ed Elimediterranea s.p.a., che si sarebbero resi responsabili dei reati di truffa aggravata a danno dello Stato, falsità in atto pubblico, turbata libertà degli incanti, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture. L’indagine ha permesso di accertare la fraudolenta aggiudicazione dell’appalto concernente il servizio antincendio alle quattro società,riunitesi in un’Associazione Temporanea di Imprese (Ati). Infatti, l’Ati ha attestato di avere la disponibilità di personale di volo e tecnico in realtà inesistente e ha dichiarato di poter effettivamente impiegare due elicotteri bimotore che, invece, erano già impegnati in altri servizi presso diverse Regioni italiane. Quando servivano i mezzi le società avrebbero simulato delle avarie. I finanzieri hanno sequestrato beni, conti correnti, mezzi, per un totale di 12,5 milioni di euro, l’equivalente della presunta truffa alla Regione. Una colossale frode che ha messo a rischio l’intero territorio Siciliano, che doveva essere tutelato e protetto con i soldi dei cittadini, finiti, letteralmente, in fumo.