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02/07/2015 06:30:00

Trapani, la condanna di Priulla. Faida Gentile - Papa, oggi la sentenza a Marsala

 Come abbiamo raccontato ieri,  è stato condannato a sei anni reclusione per violenza sessuale e stalking ai danni della sua ex amante il sovrintendente di polizia Gaetano Priulla, ex comandante della Squadra nautica della Questura. Mentre è stata derubricata in tentata violenza privata un’accusa originaria di concussione, il poliziotto è stato assolto da uno degli episodi di violenza che pure gli era stato contestato ma dovrà risarcire (la quantificazione del danno è stata demandata in sede civile mentre è stata stabilita una provvisionale immediatamente esecutiva di 15 mila euro) l’ex amante che si era costituita parte civile. Nessun risarcimento è stato riconosciuto, invece, al marito della donna, un collega di Priulla, che, dopo la riconciliazione con la moglie, si era anch’egli costituito parte civile. I due coniugi sono stati assistiti dall'avvocato Nino Sugamele.
La sentenza è stata emessa dal Tribunale collegiale di Trapani (presidente Angelo Pellino, a latere Katya Brignone e Benedetto Giordano). Al termine della sua requisitoria, il sostituto procuratore della Repubblica Paolo Di Sciuva aveva chiesto la condanna dell'imputato a 7 anni e mezzo di reclusione.

Priulla venne denunciato dalla moglie di un collega, che aveva intrattenuto con lui una relazione. Quando l’amante decise di interrompere il rapporto, il sovrintendente avrebbe dapprima minacciato di rendere pubblica la relazione e poi avrebbe violentato la donna.  In alcuni casi, la donna ha sostenuto che Priulla l’avrebbe minacciata con un oggetto nascosto sotto una giacca che avrebbe lasciato intendere essere una pistola. «Sono tutte calunnie» ha replicato Priulla ai giudici. Non ha mai violentato l'amante, ha aggiunto. E per dimostrare che i rapporti con l'ex non sono mai cessati ha mostrato alcuni messaggi. «Io non ti lascerò mai», scriveva l'amante. «Come potei vivere senza te, amore?».

GENTILE- PAPA. Sarà probabilmente emessa oggi la sentenza sui fatti che hanno preceduto l’omicidio del 25enne Gaspare Gentile, ucciso l’1 giugno 2008, in contrada Fornara, con un colpo di pistola alla nuca dall’ex compagno di scuola Francesco Papa. Invocando l’assoluzione per l’accusa di rissa, il pm Cardella ha comunque chiesto cinque condanne, per altri reati citati nel capo d’imputazione. Per la lite sfociata nel fatto di sangue sul banco degli imputati sono otto componenti dei due nuclei familiari “in guerra” (Gentile e Papa) per l’acquisto di un appezzamento di terreno sul quale costruire una casa. Alla sbarra, davanti il giudice monocratico di Marsala, oltre all’omicida Francesco Papa, sono anche i suoi due fratelli, Alessandro e Gaspare, e il padre, Vincenzo. E con loro, anche i fratelli dell’ucciso, Giuseppe e Angelo Gentile, e il padre, Antonio, che si sono costituiti parte civile contro i Papa. Ha scelto, invece, di essere processato con rito abbreviato il suocero di Giuseppe Gentile, Vincenzo Lombardo, che nel corso della lite che ha preceduto l’omicidio avrebbe tolto dalle mani di Vincenzo Papa la zappa con cui questi avrebbe colpito l’auto dei rivali, dopo un inseguimento con successivo speronamento, assestandoli un colpo alla testa. Il più anziano dei contendenti crollò, quindi, a terra, privo di sensi. E il figlio, forse credendolo già morto, si sarebbe messo di nuovo al volante e a gran velocità per andare a prendere, a casa, la sua pistola, una semiautomatica con cui, dopo essere tornato, si mise all’inseguimento dei Gentile, raggiungendoli nei pressi delle abitazioni dei fratelli Vincenzo e Antonino Lentini. E all’interno del garage di questi ultimi trovò Gaspare, che fu freddato senza pietà.  Il pm ha chiesto per Alessandro Papa 4 mesi di reclusione per danneggiamento dell’auto dei Gentile, per Francesco Papa 3 mesi per minaccia ai danni di Angelo Massimo Gentile, per Vincenzo Papa 6 mesi per danneggiamento, per Antonio Gentile 3 mesi per minaccia a Francesco e Vincenzo Papa, per Angelo Massimo Gentile 4 mesi per violenza privata in danno di Vincenzo e Francesco Papa. A difendere i Papa sono gli avvocati Biundo e Gervasi, mentre Carlo Ferracane, Stefano Pellegrino e Paolo Paladino sono i legali dei Gentile e di Lombardo.