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06/07/2015 06:30:00

Di Girolamo e Sturiano, ora liberi di non potersi vedere. Parte il toto assessore

 “Io non piaccio a te, tu non piaci a me“. Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale e assessore, e Alberto Di Girolamo, sindaco di Marsala, non si sono mai piaciuti davvero, è cosa nota. Ma per opportunità i due sono nella stessa squadra, perchè la politica è essere concreti, tenere in considerazione i giochi che si fanno in altri tavoli, da Palermo a Roma. Un matrimonio combinato, quello che li ha portati a gareggiare assieme alle amministrative di un mesetto fa. Fino ad arrivare alla soluzione che avrebbe accontentato tutti. Sturiano e Di Girolamo hanno ottenuto quello che volevano.
Sturiano, presidente del consiglio comunale uscente, ha ottenuto venerdì scorso la rielezione alla seconda più alta carica della città. Là, nella poltrona più comoda, intoccabile e pagata di Palazzo VII Aprile. Come voleva lui, perchè in giunta non si sa mai, il sindaco ti può cacciare da un momento all’altro. E perchè così può anche restare comodo al suo posto per, eventualmente, candidarsi alle regionali. Di Girolamo si è liberato di lui. Perchè Sturiano ora dovrebbe dimettersi da assessore e, per il sindaco, mister mille e più preferenze poteva essere una rogna in giunta.  Allora eccoli qui, ognuno nel proprio ruolo, hanno trovato l’equilibrio perfetto.
Equilibrio, però, “imposto dall’alto” come ha detto il terzo incomodo della storia. Quell’Antonio Vinci che in un anno ha preso più delusioni di altri. Ha assaporato la guida della città dopo la sospensione per via della legge Severino di Giulia Adamo, lo scorso anno. All’epoca Vinci era vice sindaco e senza dimissioni del sindaco avrebbe fatto lui le veci. Allora ritenta la scalata, prima è fuori, poi rientra, per un gioco di “lealtà” al partito, e viene eletto in consiglio comunale con il suo Pd. Sette consiglieri democratici a Sala delle Lapidi, compreso lui, che per esperienza farà il capogruppo. Ma non basta, Vinci vuole il riscatto, vuole la presidenza del consiglio comunale. Vinci o Sturiano, Baldo Gucciardi o Paolo Ruggirello. Perchè, dicevamo, la partita si gioca anche su altri tavoli. La cronaca del primo consiglio comunale, quello che ha evidenziato una maggioranza un po’ confusa, l’abbiamo raccontata. Qui c'è anche un video riassunto.  Il giuramento dei consiglieri, quello del sindaco, poi tutti sottocoperta per la maggioranza, a decidere il presidente, prima che si faccia la figuraccia. La sospensione dura un’oretta circa. La maggioranza si incontra, gli eletti si parlano, poi quelli del Pd si chiudono in una stanza. Ci sono anche anche Alberto Di Girolamo e Antonella Milazzo, deputato regionale. Antonio Vinci sarebbe stato convinto dallo stesso sindaco e si racconta di una telefonata di Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd all’Ars: “Dovete votare Sturiano. Vinci fatti da parte”. Lo sponsor di Sturiano non ha bisogno di telefonare, Paolo Ruggirello è lì, a Sala delle Lapidi a fare pressing psicologico. Ora si vota. Vinci entra in aula scuro in faccia, nervoso, annuncia il voto per Sturiano, e mette in piazza i panni sporchi della maggioranza: parla di “imposizione dall’alto”. Assist per la minoranza.  Sturiano legge il suo nome 18 volte, mentre Vinci vede svanire il suo riscatto. L’altro piccolo intrigo di potere da cortile, altro che House of Cards, è sulla vicepresidenza. Alfonso Marrone si fa da parte, il Pd e Psi sono a posto così. Tocca a Cambiamo Marsala e viene scelto Arturo Galfano, anche per accontentare il giovane Daniele Nuccio, esordiente a Sala delle Lapidi, ma già infarinato di tattica: lui, che è il più votato della lista Cambiamo Marsala vuole esserne il capogruppo, ma se non si toglie dai piedi Galfano, che ha più esperienza, non si può fare. Si comincia così. 
Sturiano, quindi è di nuovo presidente del consiglio comunale. Dovrà abbandonare il posto da assessore, con il malcontento di quelli dela sua lista, soprattutto di Davide Parrinello, primo dei non eletti nella lista di Sturiano a cui era stato promesso che dopo le elezioni con il suo capolista avrebbe optato per fare l'assessore. Non è andata così.  Alberto Di Girolamo può cominciare a pensare chi dovrà sostiuirlo in giunta. Il passo indietro del Pd, di cui il sindaco è anche segretario cittadino, potrebbe aprire nuove pretese. Si pensa comunque a una figura scelta da Di Girolamo, in quota Cambiamo Marsala. Una figura non etichettata, ecco, con simboli di partito. Allora gli ultimi nomi che si sono fatti, nell’entourage, sono quelli di Anna Giustolisi, architetto, dell’avvocato Sergio Giacalone. Gira sempre quello di Roberta Pulizzi, che ha sempre smentito un suo interessamento all’ingresso in giunta. Come smentisce anche Leo Giacalone, ex vicesindaco e grande sostenitore di Di Girolamo con l’ex sindaco Eugenio Galfano: “E’ una bufala”,dice.