Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/07/2015 07:00:00

Marsala. Il poliziotto tradito accusato di rapimento. Chiesto processo per 6 persone

 La Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio delle sei persone coinvolte nell’indagine della sezione di pg della Guardia di finanza che vede un poliziotto in servizio al Commissariato lilibetano, 41 anni originario di Corato (Bari), accusato di sequestro di persona, tentata estorsione, percosse in danno della moglie (di 37 anni) e ingiurie all’amante di quest’ultima. Al poliziotto, in marzo, il gip Francesco Parrinello, su richiesta della Procura, ha applicato la misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione familiare, nonché il divieto di avvicinamento alla moglie. Indagati sono, inoltre, i genitori della moglie, il padre di 70 anni, e la madre di 64, abitanti in contrada Torrelunga Puleo, anche loro accusati in concorso con il poliziotto di sequestro di persona e tentata estorsione. Di quest’ultimo reato deve rispondere anche un altro uomo, di 55 anni, accusato anche di lesioni personali (in danno dell’amante di della donna) insieme i genitori. L’amante fu, infatti, picchiato in una via del centro di Marsala, riportando lesioni al volto e alla cervicale giudicate guaribili in 30 giorni. Sempre di lesioni, infine, sono accusati anche due poliziotti della squadra Volanti, di 43 anni, e di 24, che il il poliziotto marito fece intervenire quando sorprese la moglie e l’amante per strada. I due poliziotti, secondo l’accusa, non sarebbero intervenuti quando venne picchiato l’amante della moglie del collega. L’accusa di estorsione è relativa al fatto che la moglie fedigrafa, dopo la scoperta della tresca amorosa, sarebbe stata costretta ad andare da un notaio per cedere al marito la sua quota di proprietà dell’appartamento in cui vivevano in città, mentre il sequestro di persona dal fatto che la donna fu chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l’amante. Alla donna fu sottratto anche il telefono cellulare. A liberarla sono stati i militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare, è riuscita a inviare degli sms a due amiche. L’indagine delle Fiamme Gialle, a cui la donna ha poi raccontato la sua vicenda, è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa. Si è così scoperto che il poliziotto (difeso dall’avvocato Edoardo Alagna), dopo 13 anni di matrimonio, avendo qualche sospetto, aveva iniziato ad indagare sulla vita privata della moglie, prima pedinandola e poi installando addirittura una piccola videocamera nella cucina di casa, ritenendo che qui la donna incontrasse il suo amante. Quest’ultimo è parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Fabio Spanò. Adesso, nel corso della prima udienza preliminare davanti al gup Annalisa Amato, le sei persone coinvolte nella vicenda (altri difensori sono gli avvocati Stefano Pellegrino e Baldanza) hanno chiesto di essere sottoposti a interrogatorio. Ciò avverrà lunedì prossimo.