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26/07/2015 06:30:00

Il sacrificio di Rita Atria, la "picciriddra" di Borsellino. Il ricordo a Partanna

Decorre oggi, 26 luglio 2015, il 23° anniversario della morte di Rita Atria. Vittima indiretta della mafia, a soli 17 anni Rita mise fine alla sua travagliata esistenza lanciandosi da un palazzo del quartiere Tuscolano a Roma.
La giovane Atria, nata e cresciuta a Partanna, proviene da una “famiglia d'onore”. Il padre era un pastore di pecore, piccolo boss mafioso della vecchia scuola, uno di quelli che “si occupava di qualsiasi problema, per tutti trovava soluzioni, fra tutti metteva pace, principalmente per questioni di principio e di prestigio”. Ma don Vito Atria, non aveva capito che i tempi erano cambiati, che il terremoto del Belice del 1968 non aveva solamente cambiato la configurazione territoriale della Valle ma ne aveva modificato radicalmente l'economia, la politica ed il rapporto di questi con la mafia. Erano i tempi in cui Partanna, Alcamo e altri comuni del Belice, fungono da scenario alle lotte per il potere tra vari clan rivali. Vito Atria invece faceva parte di quella mafia che interagisce con la politica ma che non vuole avere niente a che fare con la droga, cosa che all’epoca significava mettersi contro i Corleonesi, in piena ascesa ai vertici di Cosa Nostra, ed il loro progetto di costellare il trapanese di “raffinerie” di eroina. Proprio per questa sua volontà di non lasciare il passo alle nuove generazioni mafiose, Don Vito Atria verrà ucciso nel 1985.
A succedere al padre il fratello di Rita, Nicola, che a differenza del padre si collude ai nuovi traffici e con questi guadagna soldi e potere nonostante la disapprovazione della moglie Piera Aiello.
Attraverso il fratello Rita entra a conoscenza di tutti i personaggi e dettagli della mafia locale, diventa la confidente di Nicola così come lo era la moglie Piera e quando, nel 1991, anche Nicola verrà fatto fuori sarà proprio quest'ultima a costituirsi come testimone di giustizia e collaborare con le forze dell'ordine.
Contravvenire alle regole dell'omertà è inaccettabile, Piera entra a far parte di un programma di protezione speciale che immediatamente la porta ad allontanarsi da Partanna.
Rita perde in un sol colpo tutti gli affetti incluso l'innamorato, che interrompe il fidanzamento per la sua parentela con una “infame”.
Nella desolazione di una Partanna di inizio anni '90, dove per una femmina di quasi diciotto anni non c'è altra via che diventare moglie e madre Rita decide di lottare per la verità e si reca a Marsala dove incontra il Procuratore Paolo Borsellino al quale rivelerà tutti i segreti della cosca cui appartenevano il padre ed il fratello. Da qui inizia il rapporto di collaborazione con Borsellino, il quale diventa punto di riferimento per Rita. Le sue dichiarazioni porteranno all’arresto ed alla condanna di decine di mafiosi e ad avviare un'indagine sull'onorevole democristiano Vincenzino Culicchia ininterrottamente sindaco di Partanna dal 1962 al 1992. La ragazza riceve minacce e persino la madre le si schiera contro.
Il 19 luglio del 1992 in Via Mariano D'Amelio a Palermo, a due mesi dall'attentato a Giovanni Falcone, il magistrato Borsellino e gli agenti della scorta vengono travolti ed uccisi dall'esplosione di una Fiat 126.
Ad una settimana dalla morte del suo mentore, Rita Atria è a Roma sotto protezione e con nuovi documenti “spazzata via ogni speranza di un mondo nuovo, pulito, onesto” si suicida lanciandosi dal settimo piano del palazzo in cui si era trasferita da pochi giorni.
A Partanna i funerali di Rita non vedranno la partecipazione né del paese né della madre che a distanza di mesi varcherà furiosa i cancelli del cimitero per distruggere a colpi di martello la lapide della figlia e cancellare così la presenza scomoda di una “Fimmina lingua longa e amica di sbirri” che non è riuscita o non ha voluto allinearsi ad una condotta d’onore.
Ed è solo grazie all'Associazione Antimafie “Rita Atria” e “Libera contro le mafie” che dopo 21 anni dalla sua morte la tomba della giovane testimone di giustizia ha riavuto la sua lapide con un nome e un volto a prova del coraggio testimoniato.
Anche quest'anno Libera e l'Associazione Antimafie “Rita Atria” hanno organizzato una intera giornata dedicata alla memoria attiva di Rita e del suo grande sacrificio, affinchè continui ad essere d'esempio per tutti. Tra le varie iniziative: “Partanna: In viaggio con Rita” evento che si svolgerà tra Partanna e Palermo e “L'alba della legalità” a Santa Margherita Belice.


Sara Manzo