Nel paese del couscous una mostra di “cuscusiere” realizzate per l’occasione dai maestri ceramisti di Caltagirone e Santo Stefano di Camastra arricchirà i dieci giorni dedicati alla tradizionale pietanza mediterranea, che qui è diventata il “piatto della pace”. L’iniziativa è di Patrizia Spagnolo e le cuscusiere saranno esposte in un locale di via Farini dal 18 al 27 settembre, in concomitanza con il Cous Cous Fest.
Le pregevoli opere sono state realizzate in esclusiva per Patrizia Spagnolo: gli artigiani ceramisti hanno interpretato in modo originale e personale la speciale “pentola” ove si cucina il couscous, assegnandole forme e colori diversi; alcune delle cuscusiere esposte sono state recuperate nei mercati (souk) di Nabeul, Kairouan e Sousse in Tunisia, e Fes in Marocco.
La Cuscusiera è un recipiente in terracotta, metallo o giunco intrecciato, per cottura a vapore della semola lavorata (cous cous) chiamato taseksut in berbero, kiska:s in arabo , keskes in nord Africa occidentale o cuscussiera (couscoussier o couscoussière in francese) . Alla base una pentola di metallo in cui si cuociono le verdure e la carne in umido. Sopra questa base viene collocata la cuscusiera dal fondo forato in cui il cuscus si cuoce a vapore assorbendo i sapori del brodo sottostante ( il cous cous trapanese viene cotto con il solo vapore dell’acqua aromatizzata). Se l'incastro tra il bordo della pentola inferiore e il recipiente superiore non è ermetico, spesso viene posto uno strofinaccio umido per non far fuoriuscire il vapore dai lati o sigillato con un impasto di farina ed acqua.