di Dino Agate - Nell'ultima catechesi dedicata alla famiglia, papa Bergoglio ha lanciato un'altra delle sue novità. Si tratta questa volta del peccato originale, e della storia di Adamo, Eva e del serpente. Secondo tradizione la donna , all'origine, tentò l'uomo facendogli mangiare la mela. Il diavolo mise in testa alla donna la proposta, dalla cui realizzazione scaturirono danni incredibili, fondati sul peccato originale. Secondo il papa, la donna non deve essere considerata tentatrice. Non solo deve avere la stessa dignità e gli stessi diritti dell'uomo, ma deve essere mondata da quella colpa originaria, che ha fatto cadere tutti in bilico tra la purezza ed il peccato. Ha continuato pressappoco il papa affermando che una donna, Maria, é stata la madre del figlio di Dio. Insomma, secondo Bergoglio, diamo tutta la colpa al serpente e non se ne parli più.
Dopo ogni tentativo di riletture aggiornate della Sacre Scritture, in questo caso del terzo capitolo del libro primo della Bibbia, si resta d'acchito interdetti, dopo che i cattolici hanno seguito per millenni la vecchia interpretazione della donna tentatrice.
Che nel mondo ci sia il peccato, siamo d'accordo, nel senso che l'uomo non é perfetto ed ha sempre qualcosa di cui chiedere perdono ed emendarsi. Sembra pure maschilista e puerile attribuire all'essere femminile la causa di tutti i mali, che vengono imparzialmente dal sesso debole e dal sesso forte. Ma togliere del tutto la forza tentatrice della donna nei confronti dell'uomo, non sembra nemmeno lecito. Mettiamola come vogliamo, la donna ha sempre costituito per l'uomo una fonte di attrazione. Togliamole pure l'attribuzione della colpa, che non ha, ma come si fa a non riconoscere che quell'attrazione fatale, suscitata dalla donna nell'uomo, ha generato, nei milioni di anni della storia dell'umanità, l'infinita progenie dei figli?
Temo che l'equiparazione totale dei due esseri di sesso differente misconosca che si tratta di individui differentemente funzionali all'evoluzione della specie e della civiltà. Nessuno, almeno dal Settecento, credeva più che l'origine dei mali del mondo fosse costituito dalla donna tentatrice. Ma nemmeno si deve sperare che l'assoluta parità tra i due sessi possa annullare quello che di unico e particolare c'é nell'essere donna: la sua femminilità. Se questa splendida compagna della nostra vita non dovesse più suscitare quei desideri ancestrali, come Eva fece con Adamo, diventerebbe semplice oggetto di relazione interpersonale. Il papa, con la sua autorevolezza, ha aperto la strada ad una società di uguali, in cui essere uomo o donna non importa. Ma, tolta alla donna la femmina che é in lei, non le si fa un favore. E' quella sua selvaggia capacità di richiamo a renderla per certi aspetti superiore a lui. Se la priviamo pure di questa sua divina attrattiva, non resta che una semplice casalinga, una comune operaia, una normale impiegata o un comunissimo doppione dell'altro sesso.