C'é una bella distanza tra i politici ed il popolo. Dovrebbero rappresentarlo ed interpretarne le aspirazioni e gli intendimenti. Invece giocano nel Palazzo un gioco che la gente non capisce. Ecco perché le persone hanno poca fiducia nelle istituzioni, ed i Pentastellati e la Lega aumentano i loro consensi. Sono infatti i due partiti che intrattengono un particolare rapporto con il territorio ed i suoi abitanti.
A Roma si accapigliano al Senato per la riforma costituzionale, e l'argomento principe che é stato discusso e sezionato in queste ultime settimane é la nomina dei futuri senatori, se dovrà essere diretta o indiretta, se i senatori dovranno essere eletti dal popolo o dai consigli regionali, e quanti potranno essere eletti e quanti potranno essere nominati solo per il posto che occupano negli enti regionali o locali.
Mentre questa astrusa diatriba arroventa Palazzo Madama, la gente pensa a cose più concrete. Una delle cose cui pensa di più, a parte chi ha problemi di sussistenza e pensa a procurarsi il cibo, é il problema degli immigrati, regolari e clandestini. Centinaia di migliaia di migranti sono arrivati in Italia e negli altri paesi europei nei primi nove mesi di quest'anno, e milioni di altri si apprestano a varcare i confini della vecchia Europa, o ad approdare sulle nostre coste. Provengono dall'Africa e dalla Siria in fiamme. Dopo l'iniziale apertura di Berlino ai profughi siriani, la stessa Germania ha richiuso le frontiere. Anche la Francia non vuole accogliere i migranti che protestano e attendono a Ventimiglia. L'Ungheria ha alzato un muro lungo il confine, perché ritiene che non può più accogliere nuovi arrivati. La Gran Bretagna ha dichiarato che ne può accogliere un numero limitato. Quasi tutti i paesi orientali dell'Unione Europea non ne vogliono sapere di nuovi migranti.
Ma i migranti continueranno a bussare per anni alle nostre porte, e a volte le sfonderanno. Una massa di persone così rilevante, di fronte alla quale le migrazioni bibliche sono bazzecola, non può arginarsi con provvedimenti di limitata accoglienza. Bisognerebbe risolvere il problema all'origine, là dove ha inizio.
La popolazione europea é quasi stabile, e si prevede che lo sarà anche per i prossimi venti - trent'anni. salvo che non venga rimpolpata dai nuovi venuti extraeuropei. Ma se l'economia europea resterà ai livelli di ora non potrà accogliere, senza esserne danneggiata, il gran numero di persone che vorrebbero arrivarci. Dalla Siria, dalla Turchia, dal Libano e dalla Giordania in tempi relativamente brevi tenteranno di venirci qualcosa come tre milioni di persone, giovani, vecchi e bambini. L'Africa,poi, é il paese che darà più preoccupazioni. In quel continente la popolazione cresce a ritmi vertiginosi. Si prevede che da qui a venti - trent'anni aumenterà di quasi 400 milioni di individui. Stanno già male in diverse regioni gli africani di oggi, alle prese con problemi di sussistenza e di guerre civili, figuriamoci quando saranno un quarto di miliardo di più. La fuga da questi paesi disperati verso l'illusione della felicità europea aumenterà a dismisura, a ritmi e consistenza per noi insostenibili. Per questo sarebbe opportuno che si guardasse oltre la siepe, nel vasto mondo. Gli europei hanno tutto l'interesse a migliorare le condizioni economiche delle popolazioni degli stati africani più malmessi, in modo che quella gente non scappi da miseria e guerre. L'Europa dovrebbe investire là, e alla grande. In Siria, invece, si dovrebbe intervenire per far concludere la guerra civile che fa scappare i siriani. Non ha importanza se resterà a comandare Assad od un altro al posto suo; é importante che cessi quella situazione drammatica che spinge gli uomini a fuggire in Europa.
Mentre tutto questo avviene, e si fanno le previsioni sul futuro, a Palazzo Madama disquisiscono sul punto se i futuri senatori devono essere eletti dal popolo o cooptati dai consigli regionali o dai sindaci. Ma sono matti?
Dino Agate