Vittorio Misuraca, l’organizzatore di un giro di “squillo” nel centro di Mazara (ha già patteggiato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione), scagiona l’ex assessore Vincenzo Calafato. Quest’ultimo è il proprietario dell’appartamento dove alcune ragazze brasiliane si prostituivano. Appartamento che Misuraca aveva preso in affitto. Adesso, davanti il Tribunale di Marsala, nel processo che per questa vicenda vede imputati, oltre a Calafato, anche Leonardo Di Giorgi, vigile urbano, e Francesco Maiale, Misuraca ha dichiarato: “Calafato non sapeva che nell’appartamento mi aveva affittato c’erano ragazze che si prostituivano. Quando lo seppe mi cacciò. Io gli avevo detto che l’appartamento mi serviva per adibirlo a ufficio”. Ascoltato anche un collega di Di Giorgi, che ha riferito che il giorno in cui viene contestato il reato al vigile urbano erano insieme di pattuglia con l’auto di servizio. A difendere i tre imputati sono gli avvocati Mariella Martinciglio, Stefano Pellegrino e Simone Bonanno. L’indagine, svolta dai carabinieri, nel 2013 scattò a seguito di una segnalazione anonima, secondo la quale il giro di squillo sarebbe stato composto “da tre brasiliane, delle quali due sono in servizio a turno, con tariffe base di 50 e 100 euro”. Il maggior “via vai” sarebbe stato nella “pausa pranzo”. Della ‘casa chiusa’ sempre secondo la fonte, alcuni organi di polizia sarebbero stati a conoscenza, ma sarebbe mancato fino a quel momento fa l’elemento del reato: lo sfruttamento della prostituzione. L’attività sarebbe stata in passato “gestita da un indigeno con italiane – continuava la segnalazione – ora si è ingrandita ed è pieno di giovani”. Il sabato, in particolar modo, e nei feriali all’ora di pranzo era possibile notare numerosi movimenti attorno all’abitazione”. Ai primi di novembre 2013, dopo una serie di intercettazioni, pedinamenti e appostamenti, scattò l’operazione dei carabinieri di Mazara sfociata nel processo.