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07/10/2015 07:40:00

Mazara. Finanziere accusato di avere picchiato la moglie. Ma lei, adesso, ritratta tutto

 “Mio marito non mi ha picchiata. Sono caduta accidentalmente in casa”. Spappolandosi, addirittura, la milza, tanto ridotta a mal partito che i medici dell’ospedale di Mazara furono costretti ad asportarla. Una versione ribadita per oltre cinque anni. Prima al Pronto soccorso, poi agli investigatori e lo scorso anno anche davanti al giudice monocratico Sara Quittino, nel processo che vede il marito, 41enne appuntato della Guardia di finanza Biagio Foderà, imputato per lesioni personali gravissime in danno della moglie. Ai primi dello scorso giugno, però, il primo colpo di scena. La moglie di Foderà, Antonia Castelli, si reca alla caserma della Guardia di finanza di Castelvetrano, dove il marito presta servizio, e denuncia il coniuge per una serie di presunte vessazioni e angherie che connotano il reato di stalking. Poi, si presenta in Procura, a Marsala, e al pm racconta quello che sarebbe realmente accaduto il 12 gennaio 2010. Matura la decisione di lasciare il marito e gli confessa di avere una passione per un altro uomo, un cardiologo mazarese (G.M.). Il marito è furente e quando la donna gli dice pure di aver avuto con il medico dei rapporti sarebbe scattata la violenza: Foderà avrebbe chiuso a chiave la porta della camera da letto e avrebbe iniziato a picchiare la moglie con schiaffi e calci, procurandole la rottura della milza. Ciò mentre le figlie gridavano e piangevano dietro la porta. Adesso, i verbali con le dichiarazioni della donna sono stati depositati dal pm e resi noti agli avvocati difensori. Ma non è finita. C’è stato un ulteriore colpo di scena: la Castelli, infatti, dopo aver accusato il marito, pochi giorni dopo ha ritrattato tutto, affermando di avere accusato falsamente il marito. “Perché?” si chiedono, a quanto pare, adesso, gli investigatori, che sin dall’inizio, sia dalle intercettazioni telefoniche che da altri riscontri, hanno maturato la convinzione che le gravi lesioni subìte dalla donna sono state opera del marito. Il 10 novembre, intanto, ci sarà la prossima udienza del processo a Foderà. Imputati, per favoreggiamento, anche due cognati: Pietro Titone ed Elisabetta Ferreri. Fu quest’ultima, il 12 gennaio 2010, a chiamare l’ambulanza del 118. Attirati dalle urla, arrivarono anche i genitori del Foderà, che abitano nello stesso palazzo. I familiari, secondo l’accusa, si sarebbero chiusi a riccio per proteggere il finanziere. Ciò, pare, per evitare lo “scandalo” e soprattutto per evitare una separazione che sarebbe stata troppo dolorosa per i figli della coppia.