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14/10/2015 22:46:00

Trivellazioni, Mous, Nato, inceneritori: quando dire "no" è troppo semplice

di Dino Agate - Ho letto sui giornali che le associazioni ambientaliste hanno iniziato la loro campagna annuale, partendo da Marsala, per esprimere i loro "no" a progetti che si vorrebbero attuare da parte di istituzioni, enti e società varie. Un "no" riguarda le manovre militari Nato a Birgi, un altro "no" il Muos, un altro "no" gli inceneritori nella Valle del Mela, ancora un altro "no" le trivelle nel Canale di Sicilia. In effetti, ognuno di questi quattro "no" ha la sua ragione di essere, assolutamente parlando. Quanto, poi, alle conseguenze che potrebbero venire dal blocco di quei progetti, é un altro paio di maniche.

Il Muos é un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza che coordinerà le operazioni militari in qualsiasi parte del mondo. L'impianto situato a Niscemi é uno dei quattro che funzioneranno nel mondo. La scienza e la tecnica vanno avanti a passi di gigante, ed i sistemi difensivi perdono efficacia se non si tengono al passo delle nuove scoperte. Gli Usa, massima potenza militare mondiale, se vogliono mantenere la loro supremazia, devono adeguare i loro sistemi di difesa - offesa. L'Italia, tradizionale alleata degli Usa dalla fine della Seconda guerra mondiale, per mezzo del suo governo centrale ha dato l'ok a questo nuovo impianto militare sul territorio siciliano. Il presidente della Regione Crocetta in un primo tempo aveva solidarizzato con il movimento anti Muos. Partecipò ad una manifestazione congiunta in quella parte del territorio siciliano più direttamente interessata, ma nel breve tragitto del suo ritorno a Palermo fu preso da dubbi atroci e inconfessabili. E se gli americani, con i loro servizi segreti, l'avessero messo nella lista nera di quelli che dovevano essere eliminati? Ogni chilometro del suo tragitto automobilistico verso Palermo aumentava i suoi timori e dubbi angosciosi. Fortunatamente arrivò da Roma la notizia che il governo centrale aveva dato il suo ok all'impianto. Il povero Crocetta fece un respiro di sollievo, e una delle prime frasi che pronunciò, rientrando in sede, fu di comunicare ai suoi vicini che Renzi aveva detto sì", e lui a questo punto non poteva farci più nulla. La storiella é raccontata da Pietrangelo Buttafuoco.

I nostri antenati romani dicevano che , se vuoi evitare la guerra, devi essere preparato a farla. Poiché al mondo non tutti gli stati sono pacifisti, a parte il fatto se ufficialmente tutti dichiarano di esserlo, se l'occidente non vuole diventare vittima degli ayatollah, dovrà essere in grado di fronteggiarli.

Gli ambientalisti potrebbero anche dire che il Muos, per la possibile pericolosità delle frequenze utilizzate, non dovrebbe essere collocato nella nostra terra. Bene, allora lo spostiamo altrove. Ma altrove provocherebbe, se mai li provoca, le stesse conseguenze pericolose. E' come il cane che si morde la coda, senza ottenere alcun beneficio.

Analogo discorso va fatto per le esercitazioni aeree della Nato nel mare di fronte all'aeroporto di Birgi. Potrebbe sorgere, anche se le autorità lo escludono, il pericolo per la navigazione aerea civile. Ma sorgerebbe ugualmente in altro luogo del Mediterraneo, se l'esercitazione fosse stata programmata per esempio a Cagliari, come in un primo tempo era stato deciso. Poi, fu scelta l'area di Birgi perché tecnicamente più idonea. In ogni caso, se la Nato non facesse le sue esercitazioni, non sarebbe preparata ad affrontare le possibili minacce militari nemiche, se si profilassero all'orizzonte.

Il "no" degli ambientalisti agli inceneritori nella Valle del Mela, che a certe condizioni potrebbero inquinare l'ambiente, si scontra con la necessità che i rifiuti vengano distrutti, salvo che si voglia essere ammorbati e seppelliti da essi.

Quanto, poi, alla ricerca di idrocarburi nel Canale di Sicilia, sarebbe bello che nessuna piattaforma petrolifera sorgesse sul mare, ma nessuno osa rinunciare al benessere e alle comodità che gli vengono dall'utilizzazione degli idrocarburi. Oggi come oggi, l'economia é mossa in maniera preponderante dal petrolio e dai derivati del petrolio. E' sperabile che nuove fonti non inquinanti di energia possano in futuro sostituire quelle attuali, ma finché la scienza e la tecnica non ce le forniranno, saremo disposti a non sfruttare quelle tradizionali? Se sì, ricordiamoci che , finché non saranno messe a punto le energie alternative, dovremmo regredire al Settecento, quando non c'erano i motori a scoppio e non era necessario usare il petrolio.

Dire "no" é più semplice di proporre soluzioni alternative valide.

Leonardo Agate