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20/11/2015 07:00:00

Marsala. Due marinai condannati per il tunisino annegato a Capo Boeo

Due anni e due mesi di carcere (senza sospensione condizionale della pena) sono stati inflitti dal giudice monocratico Riccardo Alcamo al 29enne Vincenzo Bilardello, riconosciuto colpevole di omissione di soccorso in mare. Vincenzo Bilardello è uno dei tre pescatori marsalesi finiti sotto processo per la morte del 19enne Lofti Tumia, annegato nel mare di fronte ai circoli velici a nord di Capo Boeo. Con Vincenzo Bilardello - condannato anche al pagamento di un risarcimento danni provvisionale di 120 mila euro ai familiari della vittima, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Erino Lombardo - alla sbarra erano anche il padre, Giuseppe Bilardello, di 54, e il fratello di quest’ultimo, Antonio Bilardello, anch’egli di 54 anni. Giuseppe e Antonio Bilardello sono fratelli gemelli. Il primo è stato condannato a 500 euro di multa per aver fatto pilotare l’imbarcazione (“Piccola Maria”) sulla quale era Lofti Tumia, al figlio Vincenzo, non in possesso di patente nautica specifica per quel tipo di natante. L’annegamento è datato 26 luglio 2011. Su un’altra piccola imbarcazione c’era Giuseppe Bilardello e su una terza, un po’ più distante, Antonio Bilardello. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Alessandro Casano, è stato assolto. Su quest’ultima imbarcazione c’era anche un cugino di Lofti Tumia, che nel corso del processo ha dichiarato: “Di solito, l’ordine dato a chi era imbarcato irregolarmente era di gettarsi in mare se arriva la Guardia Costiera o motovedette di altre forze di polizia”. E Tumia finì in acqua (o forse vi si gettò perché qualcuno glielo ordinò, non essendo regolarmente assunto e imbarcato) quando in zona si avvicinò un gommone della Guardia Costiera. Il giovane, non sapendo nuotare (“Ma ai Bilardello – dice l’avvocato difensore Salvatore Errera – lui aveva detto che sapeva nuotare”), si trovò subito in difficoltà. Uno dei pescatori si gettò, poi, in mare per tentare di salvarlo, ma non vi riuscì. Le tre imbarcazioni erano impegnate in una battuta di pesca. Stavano tirando la “sciabica”.