Non sono certo poche, in tempi di crisi, le famiglie che tirano avanti con qualche aiuto economico degli anziani genitori. Ma se i figli sono giuridicamente “tutori” dei genitori, non solo non possono utilizzare il loro denaro, ma devono anche rendicontare al centesimo le spese sostenute. E se qualcuno si accorge che i soldi non vengono spesi tutti per l’anziano, potrebbe scattare un procedimento penale per peculato. Com’è accaduto a una donna marsalese, Giuseppa Cordio, per la quale il pm Antonella Trainito ha invocato la condanna a tre anni di carcere. “La stessa imputata – affermato il pm - ha voluto giustificare l’appropriazione di denaro della madre per spese anche della madre. Quindi, non solo della madre. Pur con le attenuanti, perciò, non può non essere richiesta la condanna”. Per l’avvocato difensore Gianpaolo Agate, però, “è ovvio che quando si coabita le spese sono uniche”. Il 10 dicembre dovrebbe essere emessa la sentenza. Nel corso del processo, l’imputata aveva dichiarato: “Per cinque anni, mia madre l’abbiamo mantenuta noi. Ma dovendo assisterla in continuazione, ho dovuto rinunciare a lavorare. Tante erano, inoltre, le spese: per farmaci, assistenza medica, pannoloni… E spese abbiamo dovuto sostenere anche per adeguare il nostro appartamento alle sue esigenze. Certo, la nostra famiglia beneficiava del denaro di mia madre. Soprattutto quando, dal 2013, mio marito è rimasto disoccupato”.