L’avvocato Vincenzo Esposito, difensore di parte civile per i familiari di Annalisa Sparta, la ragazza di 17 anni deceduta la vigilia di Natale del 2013 in seguito alle riferite riportate in un incidente stradale avvenuto la sera dell'11 dicembre nella Via Manzoni, ha impugnato la sentenza del gup Antonio Cavasino che ha condannato con l’accusa di omicidio colposo, ad un anno e 8 mesi di reclusione con la condizionale Alessio Canino, 25 anni, il giovane che con la sua auto ha investito il ciclomotore della ragazza. «Insisteremo - aggiunge l’avvocato Esposito - perché sia riconosciuta la piena ed esclusiva responsabilità dell’imputato». Il gup, infatti, con la sua sentenza, che è stata notificata alle parti nei giorni scorsi, ha dichiarato che il 25% della responsabilità del tragico evento sarebbe da addebitare alla vittima che avrebbe omesso di dare la precedenza all’auto condotta da Alessio Canino e che non indossava correttamente il casco che non era affibbiato. «La ragazza si immise sulla pubblica via molto lentamente e come lei, anche il conducente dell’auto che sopraggiungeva aveva campo di visuale perfettamente libero - scrive il giudice Cavasino - ma i gravi postumi dell’incidente patiti dalla giovane vittima, non possono essere attribuiti alla spregiudicata ed azzardata condotta di guida dell’imputato». Ma è il riferimento che il gup fa ad un «insensato esibizionistico acceleramento» che l’avvocato Vincenzo Esposito sostiene la totale responsabilità di Alessio Canino perché si sarebbe trattato di una cosa che Annalisa Sparta «non avrebbe potuto prevedere». Anche il difensore di Alessio Canino, l’avvocato Agatino Scaringi, però, ha impugnato la sentenza chiedendo, quindi, alla Corte di Appello di Palermo, in prima istanza, l’assoluzione del suo assistito e, in via subordinata, comunque una riduzione della pena.