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07/12/2015 00:30:00

"L'offesa" di Vecchioni alla Sicilia


di Dino Agate -   Il cantante Vecchioni, in una conferenza all'Università di Palermo, ha detto che la Sicilia é una terra di merda. La frase é dura ed offensiva, ma é stata detta in un contesto di altre affermazioni, che mostrano quanto lui ama la Sicilia, e che la vorrebbe migliore di quello che realmente é. Però la sua dura frase é stata da molti interpretata come un'offesa irrimediabile alla sicilianità. Sarà vero?
Più o meno, la stessa frase pronunciata da Vecchioni, l'abbiamo sentita pronunciare da siciliani in mille occasioni siciliane da noi siciliani, e noi stessi a volte l'abbiamo pronunciata. Stavolta, l'ha detta un polentone ed apriti cielo! Bisogna venire da altrove in Sicilia solo per inneggiare a questa terra. E' questo che vogliono molti siciliani. Ma é davvero da elogiare la Sicilia?
Questa nostra terra potrebbe essere migliore e più vivibile, se non fosse afflitta da molti mali. E' sofferente più per colta dei siciliani che per colpe altrui. La storiografia in parte ha addossato le colpe della nostra arretratezza allo Stato unitario che, dal 1860 in poi, non ha saputo elevare le condizioni di arretratezza. Ed é anche vero, ma é pure vero che l'evoluzione di un popolo dipende in gran parte da se stesso. E i siciliani non sono stati all'altezza di altre popolazioni viventi in altre regioni.
Già prima dell'Unità, le condizioni socio - economiche siciliane non erano buone, se non per una ristretta cerchia di persone, i latifondisti per esempio o i proprietari di una certa potenza, ma per il resto c'era una massa di analfabeti e proletari che sconoscevano i ritmi ed i benefici della modernità.
Per fermarci all'età contemporanea, dalla nascita dell'autonomia speciale della Regione ad oggi, abbiamo eletto una classe politica non all'altezza della situazione. Non c'é che dire, la democrazia ha funzionato: la massa degli elettori é stata di scarso spessore intellettuale e morale, ed ha portato a Palazzo dei Normanni ed a Sala d'Ercole il peggio di sé, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
La speciale autonomia statutaria avrebbe potuto consentire ben altri percorsi legislativi, per migliorare le condizioni economico - sociali dell'isola, ed invece si é limitata a gestire le clientele e a mantenere il potere in una ristretta cerchia di persone abbienti, che non é stata più l'aristocrazia delle terre, ma i nuovi ricchi che con la violenza e l'imbroglio hanno preso il potere. La mafia, da agraria che era si é tramutata in industriale, commerciale e finanziaria. E la classe politica ha fatto con essa affari.
Cosa hanno fatto i siciliani per difendere le loro migliori tradizioni, o la bellezza dei loro paesaggi e delle loro coste? Praticamente nulla: la speculazione politico - mafiosa ha dettato legge, e non se ne vede la fine.
Allora? La Sicilia potrebbe essere una bella isola, visitata e arricchita tutto l'anno dai turisti, ed invece é una terra a perdere. La sottocultura, l'orgoglio, la presunzione e l'affarismo la fanno da padroni. Una Sicilia di merda, insomma, come ha detto Vecchioni, che potrebbe emendarsi dai suoi mali, se i siciliani fossero diversi da quello che sono. Una Sicilia che si vorrebbe e si potrebbe fare amare, se non fosse di merda com'é.