Accolta in pieno la richiesta del pubblico ministero (tre anni di carcere) nel processo a due petrosileni, Antonio Gambina e Salvatore Maltese, di 28 e 25 anni, che nel febbraio 2014 erano stati sorpresi e arrestati dai carabinieri in contrada Terrenove-Bambina mentre stavano rubando cavi elettrici. Su una motoape avevano già caricato matasse per circa 40 chili di rame. A chiamare i carabinieri fu un abitante della zona che lamentava l’improvvisa interruzione dell’erogazione della corrente elettrica e affacciatosi dal terrazzo di casa aveva notato che i cavi dell’Enel penzolavano dai pali, mentre nei pressi c’era una moto Ape azzurra che non aveva mai visto prima. Nel processo, su precisa volontà del sindaco Di Girolamo, si è costituito parte civile il Comune di Marsala, rappresentato dall’avvocato Cosimo Di Girolamo. Il legale del Comune aveva chiesto che Gambina e Maltese venissero condannati anche al pagamento di un risarcimento danni di 50 mila euro. Il giudice Saladino, però, ha rigettato la richiesta. Dopo l’arresto, oltre al furto, i carabinieri contestarono anche l’interruzione di pubblico servizio, ma poi il processo è stato celebrato solo per furto aggravato. A fine novembre 2014, Gambina e Maltese furono poi nuovamente arrestati dai carabinieri, stavolta a Petrosino, sempre per furto di cavi elettrici (oltre che di attrezzi agricoli).