Il Consiglio Comunale di Trapani è stato chiamato ad approvare alcuni debiti fuori bilancio. Attività in qualche modo "obbligatoria" che però deve essere sostenuta da una procedura istruttoria per ciascuno dei debiti in esame che devono essere giustificati da una sentenza esecutiva o, almeno, da una relazione tecnica dalla quale i consiglieri possano evincere le ragioni per cui l'amministrazione è chiamata a pagare somme non annunciate nel bilancio di previsione.
«Alcuni dei debiti posti all'attenzione del Consiglio Comunale - spiega il consigliere Francesco Salone - sono giunti all'esame dell'aula senza uno straccio di pezza d'appoggio ed in violazione del testo unico sull'ordinamento degli enti locali. Per questa ragione ho inviato al segretario generale, all'assessore alle Finanze ed al dirigente del settore finanziario la richiesta urgente di relazione allegata ai debiti fuori bilancio».
«Il Consiglio Comunale non è il passacarte della amministrazione Damiano - lamenta Salone -. Oltre che una questione di rispetto istituzionale, sulla quale si potrebbe sorvolare, c'è un preciso aspetto giuridico. La circostanza critica della mancanza di alcuni riferimenti della situazione debitoria è stata posta in evidenza, tra l'altro, dal Collegio dei Revisori dei Conti con una nota del 18 dicembre scorso».
Salone ricorda ancora che il collegio dei revisori ha scritto testualmente che "è quindi necessaria un'attività istruttoria da parte del Responsabile del Settore formalizzata in una relazione che contenga i riferimenti della situazione debitoria dell'ente da riconoscere eventualmente ai sensi dell'art. 194, comma 1, lett. E) del D. Lgs. 267/00". Non si tratta dunque del capriccio di qualche consigliere ma di un preciso disposto normativo che l'amministrazione trapanese ha violato. Che lo abbia fatto consapevolmente o inconsapevolmente cambia poco nella sostanza delle cose. Il giudizio rimane negativo».