Una lite. Un inseguimento in auto. Un tamponamento per fermare chi scappa a bordo di una Fiat Panda, con un anziano morto a causa dell’incidente e il ferimento, a coltellate, di chi guidava l’auto inseguita. E’ accaduto nella notta tra il 9 e il 10 luglio scorsi nel centro di Mazara. All’angolo tra le vie Potenza e Livorno. A perdere la vita nel violento tamponamento, con auto tamponata che va a schiantarsi contro un muro, fu l’82enne mazarese Giovanbattista Lungaro, deceduto quattro ore dopo in ospedale a seguito delle gravi lesioni riportate. Il vero obiettivo degli inseguitori (su un’Alfa 145) era, però, il 36enne Umberto La Barbera, che fu poi colpito a calci e pugni e ferito a coltellate. Qualche ora dopo, i carabinieri arrestarono Salvatore Agatone, di 49 anni; Andrea Managò, di 40, e i fratelli Farese e Fahed Ceikh Nakch, di 23 e 25 anni, tutti residenti a Campobello di Mazara. Alcuni di loro già con precedenti di polizia. Le accuse: omicidio volontario e tentato omicidio. In settembre, il gip del Tribunale di Marsala Francesco Parrinello, revocò la custodia cautelare in carcere (“per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza” spiegò l’avvocato difensore Vincenzo Bonanno) per i fratelli Ceikh Nakch. Adesso, su richiesta degli avvocati Giacomo Frazzitta e Chiara Bonafede, sempre il gip Parrinello ha ordinato la scarcerazione di Salvatore Agatone, al quale sono stati concessi i “domiciliari”. Per i due legali ciò costituisce un concreto segnale del fatto che la posizione del loro assistito si è fatta meno grave. Dalla ricostruzione operata dagli investigatori è subito emerso che quello che a prima vista poteva sembrare un normale, anche se grave, incidente stradale, era stato, invece, un impatto volutamente provocato da chi era alla guida dell’auto che stava dietro. E che poco prima i due gruppi avevano avuto una lite. Nell’auto inseguita, raggiunta e speronata c’erano tre uomini adulti e una bambina. Quest’ultima, fortunatamente, rimase illesa.