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08/01/2016 08:05:00

Marsala, continua oggi il processo a Don Vito Caradonna per circonvenzione d'incapace

 Continua oggi a Marsala il processo a Don Vito Caradonna, accusato di circonvenzione di incapace. A deporre sarà proprio l'imputato, ex prete della chiesa di contrada San Leonardo, nonché ex cappellano del carcere. Caradonna doveva essere ascoltato a Dicembre ha chiesto un rinvio per cercare e poi presentare in aula copia degli assegni che fornì in garanzia a chi gli prestò il denaro. Quegli assegni andarono in protesto, ma per la difesa il fatto che furono emessi “dimostra la buona fede di don Vito, che saldò il debito vendendo la casa”. Denaro che fu restituito, evidenzia l’avvocato Stefano Pellegrino, direttamente dal notaio, subito dopo l’incasso per la cessione dell’abitazione. Don Vito Caradonna, sospeso “a divinis” dopo la condanna subìta per tentata violenza sessuale su un uomo, si sarebbe fatto prestare quasi 70 mila euro da un parrocchiano, M.D.G., ex militare della Marina con problemi di natura psichica.

E solo a fine ottobre 2011, grazie all’intervento di un legale che abita in quella zona del versante nord marsalese, anch’egli parrocchiano di San Leonardo, l’ex militare in pensione riuscì a riavere i suoi soldi. In pratica, tutti i suoi risparmi. Il denaro, secondo Procura e sezione di pg della Guardia di finanza, sarebbe stato spillato in più soluzioni “abusando dello stato di infermità o deficienza psichica” del parrocchiano.

Lo scorso 21 settembre, in Tribunale, era stato ascoltato un altro prete, don Enzo Amato, a cui Caradonna aveva chiesto un altro prestito. “Don Vito – dichiarò don Enzo Amato - mi chiese un prestito di 45 mila euro per esigenze di parrocchia. Prestito che io gli concessi, con bonifico dal conto della mia parrocchia a quello della sua, dopo aver avuto l’avallo del vescovo (Domenico Mogavero). Dopo circa un mese, mi restituì il denaro”. Nel marzo 2012, quando scattò l’accusa di circonvenzione d’incapace, il giudice delle indagini preliminari Francesco Parrinello dispose, per don Vito, il divieto di dimora nel Comune di Marsala. Misura cautelare poi revocata. Da un accertamento alla Camera di commercio, inoltre, è emerso che furono ben 17 gli assegni a vuoto protestati al sacerdote, per un ammontare complessivo di 170.454 euro. E anche la Banca d’Italia confermò l’esistenza di “anomalie” nel tourbillon dei crediti - mutui, affidamenti, etc. - accordati al prete.