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16/01/2016 23:55:00

Le associazioni ambientaliste e l'impianto di distribuzione di carburante di Sappusi

di Dino Agate - Ha cominciato la sua attività il nuovo Coordinamento Provinciale Trapanese per la Difesa del Territorio. Il nuovo Coordinamento ha l'adesione di Legambiente e di altre associazioni ambientaliste.
Ben vengano queste iniziative in difesa del territorio e della natura. Adesso il pericolo da contrastare é l'autorizzata ricerca di idrocarburi nel Canale di Sicilia. Esiste il pericolo di danni al sistema ecologico ed all'attività peschereccia.
In effetti, iniziare una nuova ricerca di idrocarburi tra la costa siciliana ed il continente africano appare di dubbia utilità in un momento in cui il costo del barile di greggio é ai minimi storici, ed il costo del greggio estratto dal nostro territorio non é competitivo. Pure, una certa utilità deve ancora averla se le grandi società ci vogliono investire. Il problema, allora, é di accertare il rapporto costi - benefici. Problema da esperti, in cui noi non siamo all'altezza di intervenire. Possiamo prendere solo atto delle opinioni diverse di chi vorrebbe che le autorizzazioni alla ricerca venissero avviate e di chi le vorrebbe impedire.
Però, un certo discorso terra terra e di buon senso, a più ampio raggio, siamo in grado di farlo. Anche al largo delle coste degli Stati Unici ci sono piattaforme di estrazione petrolifera, che continuano a produrre provocando anche là quell'inquinamento e quei danni che non giovano all'ambiente. Pure, in tutto il mondo il prezzo del greggio, proveniente dai territori mediorientali, farebbe pensare che le piattaforme estrattive americane possano essere smantellate. Ma così non avviene. Perché? Innanzi tutto, la situazione caotica del Medio Oriente é tale per cui non é impensabile che in futuro quei paesi possano alzare il costo del greggio, con gravi ripercussioni sull'economia dei paesi che non hanno nel proprio territorio fonti di approvvigionamento. Poi, quanto tempo ancora passerà prima che il petrolio possa essere sostituito da altre fonti di energia? Prima o poi, la sostituzione del petrolio, come fonte di energia, avverrà, ma é difficile darvi una scadenza, legata com'é alla ricerca scientifica ed alla quantità di petrolio ancora sottoterra o sotto i mari. Quindi, bisognerà ancora convivere a lungo con la necessità di sfruttamento delle risorse petrolifere. E questo sfruttamento continuerà ad avere, ovunque sia fatto, in qualunque paese ed in qualunque parte della terra e del mare, i suoi aspetti negativi.
Continuare con le ricerche petrolifere appare una necessità che giustamente viene contrastata dalle associazioni ambientaliste. Le loro iniziative possono convincere le classi dirigenti e i governi ad adottare quegli accorgimenti necessari ad evitare maggiori danni.
Questo in generale. Ma non sarebbe opportuno che le la varie associazioni ambientaliste fossero più presenti e attive in situazioni di possibili danni ecologici meno globali, a volte localizzati in una piccola parte del territorio, come sta avvenendo a Marsala a Sappusi? dove sta per essere costruito un grande impianto di distribuzione di carburanti, tra gli edifici scolastici e le case popolari, in prossimità di una curva. Qua non si tratta di fare la guerra alle Sette Sorelle, giusta e sacrosanta, ma di agire concretamente per la soluzione di un problema locale, che una consistente mobilitazione popolare potrebbe risolvere.
Difficilmente si riuscirà a bloccare nel mondo, almeno per il prossimo futuro, lo sfruttamento delle risorse petrolifere; intanto appare più facile e produttivo impedire che venga inquinata inutilmente una fetta del territorio di questa città.
Associazioni ambientaliste varie, se ci siete date un colpo!