Due medici dell’ospedale di Castelvetrano sono sotto processo a Marsala con l'accusa di omicidio colposo per il caso di una donna morta tre giorni dopo aver partorito. I due medici, i ginecologi Cataldo Anzalone e Vito Francesco Cuttone, secondo l’accusa, non compresero la gravità delle condizioni della donna.
Anzalone e Cuttone sono accusati di avere sbagliato diagnosi, per “negligenza, imprudenza e imperizia”, dopo avere visitato la 32enne Girolama Leone. I fatti si riferiscono al 2011. A portare la donna in ospedale, il 10 maggio 2011, era stato il marito, Giuseppe Leone. La morte avvenne, per emorragia cerebrale, il 13 maggio 2011 al Policlinico di Palermo, dove la donna era stata trasferita in seguito alle complicazioni sopraggiunte dopo il parto cesareo eseguito, l’11 maggio, all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.
Girolama Leone, che era al settimo mese di gravidanza, morì dopo avere dato alla luce una bambina, che ora ha tre anni. Inizialmente i medici indagati furono otto, ma la posizione di sei di loro venne archiviata.
Le indagini vennero condotte dalla sezione Pg della Guardia di Finanza della Procura di Marsala coordinate dal procuratore Alberto Di Pisa. Secondo l'inchiesta alla base della morte della donna ci sarebbe l'errata diagnosi iniziale da parte dei medici sotto processo che non avrebbero compreso il reale motivo dei vorti dolori addominali accusati dalla donna dopo il parto. Ad Anzalone viene contestato di non avere predisposto il ricovero, rimandando a casa la donna intorno alle 19.30 del 10 maggio. A Cottone, invece, di non avere effettuato gli esami ematochimici urgenti, non procedendo al taglio cesareo, quando, dopo le 23 dello stesso giorno, il marito la riaccompagnava in ospedale con dolori sempre più forti. Il marito e i genitori di Mimma Leone si sono costituiti parte civile.