E’ iniziato, davanti il Tribunale di Marsala, un processo per usura che vede alla sbarra l’imprenditore Paolo Mirabile (già sotto processo per lo stesso reato, oltre che per estorsione, da due anni), nonché il fratello Francesco e la sorella Giovanna. Questi ultimi chiamati a rispondere “in concorso” con l’imprenditore operante nel settore del commercio dei prodotti per l’agricoltura. Con le accuse di usura ed estorsione, fu posto agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza nell’aprile 2013. Tornò in libertà sei mesi dopo. I fatti contestati ai tre imputati sono relativi al periodo 2008-2010. L’indagine fu avviata dopo la denuncia di una presunta vittima. Secondo l’accusa, i Mirabile avrebbero approfittato delle difficoltà economiche di alcuni imprenditori, pretendendo interessi annui fino al 190%. A fronte dei prestiti di denaro, sarebbero stati pretesi in garanzia assegni bancari, cambiali o fideiussioni. Diverse presunte vittime si sono costituite parte civile. Ad assisterli sono gli avvocati Francesca Lombardo e Giuseppe Gandolfo. Quest’ultimo rappresenta anche l’Associazione “Paolo Borsellino onlus” Marsala. Parte civile anche l’Associazione Antiracket e Antiusura di Trapani, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Novara. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giacomo Pipitone, Stefano Pellegrino e Diego Tranchida, che hanno sostenuto che si è trattato soltanto di “rapporti economici” tra venditore di prodotti per l’agricoltura e clienti. Ma l’avvocato Francesca Lombardo evidenzia che i Muscarella, ad esempio, non sono agricoltori, ma “svolgono attività commerciale nel settore di vendita al dettaglio di abbigliamento”.