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07/03/2016 06:35:00

Abusivismo e politica. Il caso El Bahira scuote San Vito

E’ diventato un caso politico che va avanti da settimane a San Vito lo Capo, con maggioranza e opposizione che battagliano dentro e fuori dalla piccola aula consiliare. C’è di mezzo una delle più grandi strutture ricettive della provincia, una struttura che si affaccia su una delle spiagge più belle della Sicilia, il capo della maggioranza, e un inchiesta della procura che indaga per abusivismo edilizio.
E’ il caso del Camping Village El Bahira, nei pressi di Makari, alle porte della cittadina regina del turismo in provincia di Trapani. Una struttura che arriva a circa mille posti letto, tra appartamenti, case mobili e piazzole per campeggiatori, il tutto in 8 mila metri quadrati, con una spiaggetta privata.
Il legale rappresentante della struttura è Diego Ruggirello, ex presidente del consiglio comunale e adesso capogruppo della maggioranza che in consiglio comunale sostiene il sindaco Matteo Rizzo.
In una città che vive solo di turismo, sostanzialmente, il caso El Bahira scuote sia dal punto di vista politico che ambientale.
Infatti abusivismo edilizio e violazioni in materia ambientale sono le ipotesi di reato a carico del Camping Village «El Bahira» su cui sta indagando la Procura di Trapani dopo la segnalazione fatta dagli uomini della Capitaneria di Porto. Sul camping c'è già un’ordinanza di demolizione e di ripristino dello stato dei luoghi, firmata a novembre del 2015 dall’Ufficio tecnico comunale che ha riscontrato oltre 20 abusi. Si va dal prefabbricato utilizzato come alloggio di un dipendente, ad un gazebo metallico nelle adiacenze della pizzeria; ed ancora la presenza di una sorta di cabina elettrica nella reception, e tettoie metalliche nella zona dove sono ospitate docce e lavatoi. Secondo l’ordinanza lo stesso edificio principale, con destinazione bar, ristorante e negozio, non risulta conforme alla legge.
Sulla vicenda la minoranza in consiglio comunale da settimane interviene chiedendo le dimissioni di Ruggirello.
I consiglieri di opposizione Letizia Poma, Christina Fragapane, Giusi Parrinello, Giuseppe Catanese, Marianna Barretta, e l’ex consigliere di maggioranza Elena Valenza, oggi indipendente, chiedono in sostanza le dimissioni di Ruggirello.

“Le recenti indagini della Magistratura a carico del consigliere Diego Ruggirello sono divenute per questa maggioranza e per l'intero Consiglio Comunale più di un semplice motivo di imbarazzo- hanno sottolineato-. Consci del fatto che il Consigliere Ruggirello debba continuare a godere di tutti gli istituti di garanzia previsti dall'Ordinamento, consapevoli che questa assemblea non sia un'aula di Tribunale ed avendo il massimo rispetto per il lavoro degli organi inquirenti, in questa sede però non si può continuare ad ignorare la vicenda, divenuta ormai di dominio pubblico, poiché essa pone un ineludibile e serio problema politico in seno alla maggioranza ed all'intero Consiglio Comunale”.

I consiglieri di opposizione ed il consigliere Valenza hanno chiesto alla maggioranza di “ esprimersi con voto palese e di assumersi politicamente la propria responsabilità di fronte all'opinione pubblica, sia per i possibili sviluppi che potrebbero assumere le indagini, sia in ragione del fatto che non si può negare che quanto accaduto al consigliere Ruggirello trascenda la sua persona e ponga un non trascurabile problema di opportunità politica e di fiducia nell'attuale classe dirigente di questa realtà locale”.
Un caso politico, che tocca nervi scoperti nella piccola comunità di San Vito, quelli della sostenibilità ambientale e che riporta al passato, a 36 anni fa, quando venne creato il camping che si affaccia sul mare.
Dalla sua Ruggirello - che è legale rappresentante dal 2014 - ha la convinzione di non aver commesso alcuna speculazione edilizia. E si difende raccontando di aver eliminato gli scivoli a mare, di aver dotato la struttura di un depuratore e abbattuto il beach bar, e di aver già regolarizzato alcune situazioni contestate dall’ordinanza. Lui tira dritto e non ha intenzione di lasciare per un caso - dicono dalle sua parti - “gonfiato” per la sua militanza politica.