Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/03/2016 06:30:00

Pedofilia, il Report completo presentato dall'associazione Meter di don Fortunato Di Noto

“Volete dei numeri? Statistiche? Meter ve ne dà quanti ne volete, ma per favore prima di pubblicarli vi prego di fare una riflessione. Credo che sia opportuno sottolineare e ribadire che dietro una unità c’è un bambino violato e schiavizzato sessualmente”. Per essere più precisi: “Per comprendere meglio la questione e per superare l’idea che le foto e i video non sono realizzazioni virtuali ma reali, si pensi che stiamo denunciando il coinvolgimento di circa 700.000 bambini ridotti in schiavitù sessuale in tutto il mondo. Ripeto: SETTECENTOMILA BAMBINI ridotti in schiavitù sessuale IN TUTTO IL MONDO”. È così che don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell'Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org) commenta i dati del Report 2015 presentato presso la Sala Marconi di Radio Vaticana.

Ho discusso con i miei collaboratori - continua don Di Noto -  le implicazioni deontologiche e penali di un gesto simile, poi abbiamo deciso di rispettare leggi e norme professionali: non possiamo mostrare né il volto né gli abusi subiti da queste piccole vittime perché la legge lo proibisce (altrimenti il reato sarebbe quello di divulgazione di materiale pedopornografico)”, dichiara. E precisa: “Avremmo voluto mostrarvi queste foto, amici della stampa, per informare e far prendere coscienza a tutti della drammaticità dell'abuso sui minori. Non possiamo farlo. Ma tutti possono vedere: c’è chi vede e si volta indietro con indifferenza. E questa indifferenza lo rende istantaneamente complice”. Qui una sintesi del Report

Sono oltre un milione le foto e i video segnalati, oltre 125.000 i siti denunciati in 12 anni, quasi 10.000 soltanto nel 2105. Centinaia di migliaia i bambini coinvolti: dai neonati ai 12/13 anni. L'esplosione dei social network e degli archivi cloud, ma anche la faccia oscura del Deep Web, l'internet oscurato, sono le informazioni riportate dal Report 2015 dell'Associazione Meter Onlus, che ha la sua sede ad Avola in provincia di Siracusa,  (www.associazionemeter.org), ha presentato a Roma nei giorni scorsi. Un documento che rappresenta tutti i numeri del dolore incontrato dai volontari Meter nel corso dell'anno passato. Dati drammatici che indicano una cosa, e cioè che la pedofilia oggi utilizza tanti canali, ma soprattutto Social Network, archivi e Deep Web, la parte oscura di Internet. Quest'anno poi il numero di segnalazioni legate ai social hanno avuto una vera e propria esplosione: 3.414 contro gli appena 180 del 2014. 

Crescono le segnalazioni dei siti - Anche nel 2015 il mercato della pedofilia e pedopornografia online non hanno conosciuto sosta: parliamo di 9.872 siti segnalati rispetto ai 7.712 dell'anno precedente; sono ben 3.169 protocolli inviati alla Polizia Postale – Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (CNCPO). Ricordiamo che Meter e la Polizia Postale hanno siglato nel 2008 un protocollo di collaborazione e sottolineiamo che la veridità e l'attendibilità dei dati che presentiamo emerge grazie al confronto dei dati Meter con quelli in possesso della Polpost, compartimento di Catania. Altre segnalazioni, nel corso dell'anno appena passato, sono stte inviate alle polizie estere. Dal 2003 al 2015 Meter ha segnalato 125.365 siti.

L'Europa è il primo continente per numero di pedofili – Il podio della vergogna vede il 51,92% delle segnalazioni (2.655) provenire dall'Europa; l'Oceania con 1.094 (21,39%) e chiude il terzetto di testa l'Africa con 555 (10,85%). Restano poi le Americhe (437 segnalazioni, 8,55%) e l'Asia (373 segnalazioni, 7,29%). L'Europa si conferma anche nel 2015 il “quartier generale” della cultura pedofila, tutta quella produzione – anche documentale – di propaganda online che vuole giustificare lo stupro di un bambino da pochi giorni di vita a 12 anni d'età come “amore” per i piccoli su basi storiche o pseudofilosofiche.


Russia ha il triste primato della pedofilina online
– Nel Vecchio Continente sono i domini di I livello (la “targa” nazionale del sito, insomma) .ru, ossia quelli russi, ad accaparrarsi la maggior parte delle segnalazioni. Su 2.655, 1.569 riguardano siti con base in Russia, seguiti dalla Slovacchia (825) e dalla Repubblica Ceca (89). Il Montenegro stacca il quarto posto con 67 e l'Italia è al nono posto con 8 segnalazioni. Una in più è totalizzata dalla Spagna, mentre esistono addirittura domini di I livello intitolati ad una nazione che non esiste più: l'Unione Sovietica (.su), che totalizza 6 segnalazioni immediatamente dopo l'Italia. Nell'elenco appare anche Riunione, dipartimento d'oltremare francese che includiamo – in quanto territorio francese – nell'elenco dell'Europa, pur essendo nell'Oceano Indiano. Tra le nazioni “insospettabili” abbiamo la Svizzera, con 2 segnalazioni. Ultima la Lituania, con 1 segnalazione. Aggiungiamo a margine che i domini generici e specifici segnalati sono 9.872: in testa quelli .com (3.069)

 In Oceania è la Nuova Zelanda in testa - Passando al secondo continente sul podio della vergogna, l'Oceania vede in testa la Nuova Zelanda con 561 segnalazioni (suffisso .nz), ma diventano 562 se consideriamo anche Tukelau, che appartiene al paese (suffisso .tk). Secondo posto per Tonga (504 segnalazioni) e West Samoa (13 segnalazioni). Seguono infine Isole Cocos (9), Palau (4), l'Australia con 2, e a chiudere Tukelau con 1 segnalazione. Totale segnalazioni: 1.094.

Africa: Mauritius e Libia ai primi posti – Il Continente Nero totalizza, come si è detto, 555 segnalazioni. Sono le Isole Mauritius a fare la parte del leone (274); segue la Libia, con 171 segnalazioni. È interessante notare come Tripoli, malgrado i problemi politici che sta attraversando, continua ad essere – ed è un trend che si segnala da qualche anno – un Paese gettonato dai pedofili per siti, server e portali “disponibili”. Terzo posto per Mayotte, altro dipartimento francese d'Oltremare a nord del Mozambico: 77 segnalazioni. Al quarto l'Isola di Sant'Elena, terra inglese: 19 segnalazioni. Seguono Gabon (6), Burundi (5), Guinea Equatoriale (2), Uganda (1).

Americhe, Stati Uniti al primo posto – Su 437 segnalazioni, il primo Paese del Mondo è anche il primo nel suo Continente a occupare il gradino più alto del podio della vergogna. Gli Stati Uniti d'America hanno totalizzato 381 segnalazioni, seguiti da Saint Vincent e Grenadina (23), Saint Pierre et Miquelon (13), anche questo un territorio francese d'Oltremare confinante col Canada. Avanti con il Suriname (7), Grenada (5), Trinidad e Tobago (4), l'Argentina e il Belize con 2 segnalazioni a testa.

Asia,  l'India in vetta – L'Asia, che totalizza 373 segnalazioni vede al primo posto l'India, con 326 segnalazioni; Giappone a quota 24, Cina e Kazakistan con 7, 5 Taiwan, 3 l'Armenia, 1 il Tagikistan.

DEEP WEB, Ultima frontiera – Il Deep Web potremmo dire che è come la faccia nascosta della luna: tutti sanno che c'è, ma nessuno l'ha mai vista. Il problema è che noi di Meter la vediamo tutti i giorni, dal momento che i pedofili stanno gradualmente spostando il loro commercio e i loro traffici sul Deep Web e in particolare gli archivi che si possono nascondere in questa parte. Meter scandaglia questa zona sommersa della Rete da tempo: è molto difficile da trovare ed esplorare e dobbiamo notare con dispiacere che le forze di Polizia di tutto il mondo non hanno idea di come intervenire, mentre la politica è completamente disinteressata ad un fenomeno così occulto eppure molto grave e pericoloso.

 Le foto che non si possono mostrare – Abbiamo dibattuto, in Meter, la possibilità di rendere pubbliche delle foto pedopornografiche. Lo avremmo voluto fare per informare, per far prendere coscienza a tutti della drammaticità dell'abuso sui minori. Non possiamo farlo perché deontologia professionale e norme giuridiche (verremmo accusati di divulgazione di materiale pedopornografico) ce lo impediscono.
Possiamo però darvi i dati: nel 2015 abbiamo identificato questo materiale, suddiviso per età:

Fascia d'età           0-3 anni       4-13 anni
Foto                       8.745        1.172.164
Video                      4.199         72.001

Crescono le segnalazioni sui social network – I pedofili utilizzano vari canali per lo smercio del loro materiale. Diciamo subito che non ci sono solo i social: Bitly, un servizio di URL shortening, ha totalizzato 3.068 segnalazioni. Seguono Vkontakte (107), Linkbugs (80), Facebook (66). Chiudono Google+ (56), Twitter (22), Blogspot (10), Youtube (5). Comparando i dati con quelli del 2011, sale Vkontakte (da 34 a 107 segnalazioni), Lingbugs (da 63 ad 80), Facebook (da 32 a 66), Google+ (da 20 a 56). Esce dall'elenco Alfemmminile.com, che quest'anno non ha avuto segnalazioni. Dobbiamo segnalare che generalmente i social network sono pronti a chiudere i profili che segnaliamo.
Va detto che i social permettono ai pedofili due tipi di godimento: attraverso la parola, perché rendono partecipi gli altri delle loro “imprese”; attraverso la visione, perché il pedofilo grazie al social trova e diffonde le immagini e la loro oscenità. Rinnoviamo il nostro appello a non diffondere le immagini dei vostri bambini sui social: sono il miglior regalo gratuito per i pedofili.

Archivi telematici, il cloud aiuta i pedofili – Adesso gli archivi online sembrano essere più gettonati, ma hanno un difetto: sono più vulnerabili e individuabili da parte di Meter. Ecco l'elenco ufficiale Meter:

Archivio           Link                 Foto                   Video
Dropbox           677                30.332                12.634
iCloud              89                  2.683                   3.791
Box.com           83                  50.637                22.677
Mega               80                  3.759                   3.009

Centro di ascolto e prima accoglienza, crescono i casi – Passiamo adesso a parlare del Centro di ascolto e prima accoglienza, il vero e proprio cuore di Meter. Nel 2015 abbiamo seguito 73 casi (erano 66 nel 2014) e fornito 928 consulenze telefoniche (729 l'anno precedente). Dal 2002 al 2015 i casi seguiti sono stati 1.126.

La Sicilia è in testa per il disagio Familiare – La maggioranza dei casi seguiti (53 su 73) provengono dalla Sicilia (per presenza in diverse città di Meter nel territorio siciliano), 6 dal Lazio, 3 dalla Calabria, 2 dalla Liguria, 1 a testa da Puglia, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Abruzzo. Tre telefonate estere, altrettante anonime. Tema dei casi: difficoltà familiari (23), abuso sessuale (18), difficoltà relazionali (7), ansia e pericoli della Rete (5). A pari merito bullismo, cyberbullismo e molestie sessuali (4), 3 casi di adescamento online, 2 di abuso fisico, 1 di sexiting e 1 di detenzione di materiale pedopornografico.


Consulenze telefoniche, Sicilia, Lazio e Calabria sul podio – Al numero verde nazionale 800 455 270 o a quello istituzionale (0931-564872) sono giunte nel 2015 ben 928 telefonate. Podio per Sicilia (652), Lazio (101), Calabria (45), seguiti da Lombardia (31), Campania (17), Marche (13), Veneto (12), Puglia (11), Piemonte (8), Liguria e Toscana 6, Sardegna 4, Friuli 3, Umbria e Basilicata 2, Abruzzo 1. Sono giunte anche 6 chiamate anonime e 4 dall'estero (una a testa da Polonia, Albania, Slovacchia e Taiwan). Dal 2002 al 2015 Meter ha erogato 25.379 consulenze telefoniche.
Di che cosa ci siamo occupati? Argomento vario (668), consulenze spirituali (77), interviste (40), 

abuso sessuale anche presunto e risalente nel tempo (23), consulenza giuridica (21), segnalazione di siti sospetti (17), consulenze psicologiche per abuso sessuale (17), adescamento online (16), difficoltà familiari (12), consulenze nelle scuole (10), segnalazione media e altro (6), scoperta di abusi dopo anni (5), figli contesi in separazione e tesi (4 ciascuno), denunce di maltrattamento (3), cyberbullismo, cyberstalking, pedofilia online (3), affido e adozioni (2). Quest'ultimo servizio è stato attivato solo ad ottobre 2015.