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13/05/2016 06:30:00

Dopo l'Aipa anche la Mazal nel guai. Timori a Trapani e Marsala

 Dopo l’Aipa aesso anche la Mazal non se la passa bene. La società che si occupa di riscossione tributi per i Comuni è sotto inchiesta per bancarotta e a fine Marzo è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Milano. Una situazione che non fa dormire sogni tranquilli ai comuni per cui la società riscuote tributi o gestisce servizi.
Da Vicenza a Bari, ma anche Trapani e Marsala, sono 800 i Comuni in cui opera la Mazal Global Solution che è subentrata nello stesso servizio all’Aipa. Degli scandali dell’Aipa ce ne siamo occupati tempo fa.
Lo scorso anno l’Aipa è finita al centro di un grosso scandalo, scoppiato in Lombardia. Non ha mai versato nelle casse di 400 città lombarde i soldi delle imposte, e lo scorso Luglio è stata colpita da un sequestro di 4 milioni di euro. Una montagna di soldi destinata alle casse pubbliche di circa 400 Comuni della Lombardia ma mai arrivata a destinazione. Il periodo finito sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle è compreso tra il 2008 e il 2013.
A gennaio 2015 l'Aipa ha affittato il ramo di azienda delle riscossioni al Gruppo Kgs spa, chesecondo il pm milanese Donata Costa non era in possesso dei requisiti per il servizio, in quanto sprovvisto dell'abilitazione del ministero delle Finanze e non c'era neanche il capitale richiesto di 10 milioni di euro. Tutto ritirato, quatrro mesi dopo subentra la Mazal. Subentra ad Aipa e comincia a gestire le riscossioni dei comuni che avevano stipulato il contratto con Aipa, compreso Marsala e Trapani. La Mazal ottiene l'abilitazione grazie a un capitale di 10 milioni in titoli bancari. Ma secondo l'accusa questi titoli non valevano niente. Per il magistrato mmilanese quindi i titoli non danno alcuna garanzia agli enti serviti dalla Mazal. Da lì scatta il sequestro e l'inchiesta per bancarotta fraudolenta che vede indagate cinque persone. Un'inchiesta, come dicevamo, partita tempo prima dall'Aipa, anch'essa sottosequestro, finita in concordato preventivo con un buco da 125 milioni di euro. Il presidente di Aipa, Daniele Santucci, l'anno scorso è stato arrestato e poi condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione. In cinque anni avrebbe intascato, facendoli confluire sui suoi conti, circa 3,7 milioni di euro di tasse sulle affissioni pubblicitarie che avrebbero dovuto finire nelle casse di una sessantina di Comuni, da nord a sud. La condanna è per peculato continuato. Santucci, secondo l'accusa, tra il 2009 e il febbraio del 2014, quando era amministratore di Aipa, avrebbe girato 3,7 milioni di euro su due conti a lui riconducibili per le sue esigenze personali e per quelle della sua famiglia. Parte di quei soldi sarebbero serviti a comprare auto di lusso, cavalli e due ranch, uno in Botswana e l'altro nel Wyoming (Usa).
Da un paio di mesi quindi la Mazal è sotto sequestro ed è amministrata da due commissari nominati dal tribunale di Milano.
A Trapani in questi giorni è stato posto il problema dell’affidabilità della Mazal. La società, nel capoluogo, gestisce i parcheggi a pagamento nelle strisce blu.
Nei giorni scorsi è intervenuto il consigliere comunale Enzo Abbruscato chiedendo l’intervento del sindaco Vito Damiano. Abbruscato ha ricordato nella sua interrogazione che da diversi mesi i 45 lavoratori impegnati nel territorio aspettano parte delle retribuzioni del 2015 e alcune mensilità del 2016. L'esponente del Pd si è soffermato anche sul fatto che la convenzione che lega il Comune di Trapani e la Mazal, votata in Consiglio Comunale quasi nove anni fa, prevede il versamento periodico dell’aggio riconosciuto al Comune di Trapani e che l'attuale situazione di criticità che vive l’azienda non possono che accrescere le preoccupazioni sia per la garanzia occupazionale dei lavoratori, sia per le minori entrate per il Bilancio Comunale.
Anche per il consigliere di Noi con Salvini, Felice D’Angelo, non quadra, e segnala che la Mazal ha sede legale nella stessa dell’Aipa Spa e che le macchinette che rilasciano i ticket per il parcheggio recano ancora oggi il logo Aipa con tanto di partita iva, mentre gli ausiliari del traffico risulterebbero stipendiati dalla Mazal.
Una situazione ingarbugliata e che vede il Comune di Trapani vantare un credito relativo all´aggio del 1° trimestre 2016 ammontante a 71.042,99 euro. Pagamento che per contratto dovrebbe avvenire entro il 15 del mese successivo alla scadenza, e che ad oggi ancora non è stato ancora versato ma sollecitato dall’Amministrazione guidata dal sindaco Vito Damiano.
A Marsala invece com’è la situazione?
La Mazal è subentrata all’Aipa nella gestione della riscossione della Tassa sui Rifiuti, la Tari. L'Aipa, e la Mazal poi, per questo servizio si becca di aggio, cioè di percentuale sull'incasso, circa 600.000 euro l'anno, con una percentuale del 3,2% sul gettito ordinario. Un servizio anche questo che funziona poco, come per la raccolta rifiuti: cartelle pazze o che arrivano in ritardo,importi spesso calcolati male, e lunghe code che si formano negli uffici di Via Verdi, a Marsala, quando arrivano a casa le fatture della società ai cittadini marsalesi. Dal 2014 l'Aipa e poi Mazal ha il 3,2% sull'ordinario e l'11% sull'accertato (imposte che erano state evase, dichiarazioni mendaci, fabbricati non dichiarati). Al Comune di Marsala, però, fino a qualche tempo fa non ne sapevano nulla degli scandali che coinvolgevano l’Aipa. E adesso lo sanno che anche la Mazal è stata sequestrata? Il vice sindaco Agostino Licari in un primo momento, l’anno scorso aveva detto che aveva intenzione di rescindere il contratto senza evitare contenziosi. Poi però gli uffici si sono accordi che non era possibile. Troppo oneroso anche formare il personale, dicono. Il contratto dura fino alla fine del 2016. "Vogliamo fare di tutto per evitare la proroga", dice il vice sindaco di Marsala. Nel frattempo la Tari aumenta, e a riscuoterla sarà una società commissariata e posta sotto sequestro.