I Carabinieri di Trapani hanno arrestato – con l’accusa di tentato omicidio aggravato – Carpentieri Roberto, 36enne trapanese, in esecuzione del provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore di Trapani, dr. Andrea Tarondo.
L’uomo, il 15 maggio scorso, alla guida di una Fiat Panda con a bordo i figli minori, si era schiantato contro il muro posto a fianco della saracinesca di una agenzia immobiliare di via dei mille. L’episodio aveva avuto molto risalto. La particolarità della dinamica, la violenza dell’impatto e il fatto che gli occupanti della vettura erano rimasti miracolosamente illesi, riportando solo qualche escoriazione, avevano attirato la curiosità della gente.
Inizialmente, si era ipotizzato che l’incidente fosse stato causato dalla perdita di controllo del mezzo per l’eccessiva velocità.
È, invece, una triste realtà quella emersa dalla delicata attività d’indagine svolta dai Carabinieri della Stazione di Trapani. Ciò che in un primo momento era apparso come un semplice, seppur rocambolesco, sinistro stradale, si è invece rivelato un inquietante disegno criminoso di un padre giunto all’amara decisione di suicidarsi e, al contempo, di porre fine all’esistenza dei due figlioletti.
Sono state le dichiarazioni delle persone più vicine al Carpentieri a far affiorare questa drammatica verità: i Carabinieri hanno ascoltato con attenzione le angoscianti testimonianze di familiari e amici, preoccupati per l’incolumità del Carpentieri e dei due bimbi.
I militari hanno documentato con perizia ogni elemento d’interesse, piccole tessere di un puzzle che hanno consentito agli inquirenti di ricostruire dettagliatamente gli ultimi giorni del Carpentieri.
Nonostante l’uomo, fino ad allora, non avesse mai esternato intenti suicidi, ne tantomeno omicidiari, ai Carabinieri sono apparsi subito chiari i contorni della drammatica vicenda: l’assenza di un’attività lavorativa stabile, la recente – mai accettata – conclusione di una relazione sentimentale, l’impossibilità di vedere un futuro florido, degno di essere vissuto.
Una tragica visione della realtà culminata in un gesto disperato, il violento impatto contro la parete, che fortunatamente si è concluso senza gravi conseguenze fisiche per gli occupanti del veicolo, miracolosamente sopravvissuti.
Le risultanze investigative così raccolte dai militari hanno consentito di delineare, nei confronti del padre, un chiaro quadro accusatorio, condiviso dall’Autorità Giudiziaria trapanese.
L’uomo, raggiunto dal provvedimento restrittivo nella serata di mercoledì, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Trapani.