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09/06/2016 20:00:00

Trapani, collare per identificare i cani di quartiere. Rizzi: "E' un abuso d'ufficio"

Un collare per l'identificazione dei cani di quartiere a Trapani. Lo ha deciso l'Amministrazione Comunale che ieri mattina con il personale accalappia cani e la Polizia Municipale, ha dotato gli animali di un apposito collare con bandierina con la scritta "Città di Trapani - Cane di quartiere". Sulla vicenda interviene il presidente nazionale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali, Enrico Rizzi che commenta con questa sua nota: "Si tratta di un espediente per distrarre l'attenzione sulla verità scoperta proprio da me alcuni giorni fa, quando sono stato contattato da una cittadina che insieme ad altre persone aveva chiesto la reimmissione sul territorio di un randagio che frequentava il suo rione. Il figlio è stato convocato negli uffici comunali per il disbrigo delle pratiche ed il cane è stato rimesso sul territorio".

Secondo l'animalista, però, la proprietà dell'animale sarebbe stata trasferita dal Comune al cittadino; "In questo senso - denuncia Rizzi - esistono documenti che ho già acquisito". Rizzi ha raccontato come si sovo svolti i fatti: "La signora mi ha chiesto un consiglio su come comportarsi in quanto preoccupata, visto che il cane si trova a girovagare per la città. Infatti, per la legge italiana, in questo modo si tratta di un cane di proprietà e non di quartiere, pertanto non potrebbe vivere libero sul territorio. "Ho fatto una richiesta di accesso atti al comune e ho scoperto una situazione inquietante. Ci sono undici cani riconosciuti come cane di quartiere, che però sarebbero tutti intestati a cittadini", accusa ancora Rizzi.

Secondo il presidente del Noita il comune avrebbe intestato i cani a cittadini sgravandosi così dalle responsabilità civili e penali e "commettendo un gravissimo abuso d'ufficio". I cittadini, sempre secondo Rizzi, invece potrebbero essere denunciati per abbandono di animali. "Nei prossimi giorni presenterò una denuncia alla Procura della Repubblica e informerò i cittadini", conclude Rizzi.