L’operazione “Sex in The City” della scorsa settimana, che ha permesso ai Carabinieri della Compagnia di Trapani di sgominare una rete criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione, è l’ennesima di una lunga serie che si sono registrate in questi ultimi anni in provincia di Trapani. Diverse sono state, infatti, le indagini delle forze di Polizia e della magistratura che hanno portato ad operazioni dello stesso tipo, in particolare a Trapani, Marsala e Mazara del Vallo. Indagini che sono poi sfociate in processi ancora oggi in corso. In alcuni casi, come nell’ultima operazione, l’organizzazione gestiva anche un Night Club aperto fino a qualche mese addietro nel centro storico del capoluogo. I carabinieri che hanno avuto l’input per l’attività investigativa dalle numerose segnalazioni di cittadini della frazione di Pizzolungo, sono riusciti a delineare l’attività del gruppo criminale, risultato ben radicato nel territorio trapanese, che obbligava diverse ragazze di nazionalità romena a prostituirsi, sia in appartamento che all’interno del locale notturno amministrato dagli stessi indagati. Sono finiti in manette Marcu Petrut Bogdan e Guran Raluca Elena, cittadini romeni a capo dell’organizzazione. Altri quattro loro connazionali, anche loro raggiunti da un’ordinanza di arresto, si sono, invece, resi irreperibili.
E’ di qualche mese fa, invece, un’altra indagine iniziata a Palermo, che purtroppo, ha come protagonista una ragazzina di sedici anni, che coinvolge molti facoltosi clienti trapanesi, finiti sotto inchiesta, e disposti a pagare fino a 300 euro a prestazione. Nel corso dell’operazione è stato arrestato un uomo, Dario Nicolicchia che era il procacciatore dei clienti per la ragazza. Le pagine Facebook e le bacheche virtuali dei siti hot che aveva creato erano cliccatissime. “Walter e Naomi” e “coppietta monella” erano i profili online per gli appuntamenti che, da quanto appurato dagli uomini della Squadra Mobile avvenivano anche a domicilio. I rapporti sessuali venivano consumati nello studio di dentisti e avvocati, oppure nelle stanze di un B&B dove ad attendere Naomi, così si faceva chiamare la ragazza, c'erano professionisti della Trapani bene. Cosa rischiano? Una condanna da uno a sei anni di carcere a meno che non riescano a dimostrare di non avere saputo che la ragazza fosse minorenne. D'altra parte, ha raccontato la ragazza, “Dario mi raccomandava di non dire il mio nome vero e soprattutto dicevo di avere 19 anni”.
I clienti trapanesi finiti nel mirino degli inquirenti che indagano sulla vicenda della baby squillo della Palermo bene, dai riscontri degli inquirenti sul computer di Dario Nicolicchia, non avrebbero incontrato la ragazza solo nel capoluogo, ma anche a Trapani.
Attorno all’attività di due Night Club di Marsala, il Bocca di Rosa di c.da Digerbato e il Cupido di via Mazara, negli anni scorsi erano state scoperte delle presunte attività di sfruttamento della prostituzione. Nel maggio 2013, i gestori del locale Francesco Panico e la moglie Oksana Vodyants'ka, furono posti agli arresti domiciliari, mentre scattò il divieto di dimora in provincia di Trapani per Giovanni Sardo e Salvatore Lo Grasso. I due, collaboratori dei titolari, si occupavano della logistica e del trasporto delle ragazze dalla stazione ferroviaria agli appartamenti di Panico e al locale, e lo scorso febbraio, dopo l’assoluzione dei gestori, sono stati assolti dal Tribunale di Marsala perché il fatto non costituisce reato.
Altro Processo, quello scaturito dall’operazione “Cupido” si è concluso qualche mese fa con la condanna ad un anno e 10 mesi di carcere, nonché mille euro di multa, per gli imputati Diego Marino, di 35 anni, e Francesco Bianco, di 71. Gli altri tre indagati, Giovanni Candela, di 42 anni, legale rappresentante della coop ‘’Cupido One’’, Andrea Figuccia, di 60, e il figlio Vincenzo, di 30, hanno preferito patteggiare la pena, evitando così condanne probabilmente più pesanti. Bianco, ex gommista della zona, era il proprietario dell’immobile nel quale, secondo l’accusa, era stata organizzata un’attività di incontri sessuali a pagamento. Nel locale, Marino svolgeva le mansioni di cameriere, ma per gli inquirenti avrebbe controllato, diretto e amministrato l’intera “attività di meretricio”.
A Trapani in un altro processo su un giro di squillo operante all’interno di due night club è rimasto coinvolto il consigliere comunale Peppe Ruggirello, che era stato sospeso ( poi reintegrato) per 18 mesi in base alla legge Fornero. Ruggirello, funzionario dell’Agenzia delle Entrate, è stato condannato a tre anni e tre mesi di reclusione per concussione e falso con l’accusa di avere occultato gli esiti di un controllo fiscale, eseguito nei confronti del titolare di un’attività commerciale, ottenendo in cambio sostegno elettorale. Gli inquirenti contestavano inoltre a Ruggirello anche di avere fornito al titolare di uno dei due night club notizie su controlli da programmare in cambio di prestazioni sessuali. I giudici hanno però assolto il consigliere da questa accusa.
Sempre a Trapani uno dei casi più eclatanti negli ultimi anni è quello di Ana Maria Bermudez Valdes, la donna al centro di un giro di prostituzione che a Trapani ha coinvolto anche in questo caso molti professionisti e imprenditori della città bene, nonchè degli appartenenti alle forze di polizia. La donna è accusata addirittura di aver fatto prostituire la figlia, di 23 anni, che era anche la più "ambita" dai clienti.
A Mazara, invece, in un’altra indagine del 2013 è stato scoperto un giro di prostituzione composto da tre brasiliane. Gli inquirenti hanno accertato un giro d’affari elevato con una clientela proveniente da tutta la provincia e sotto accusa anche qui era finito un esponente politico, l’ex assessore comunale di Mazara del Vallo, Vincenzo Calafato, accusato di aver affittato un suo appartamento nel centro di Mazara al pregiudicato Vittorio Misuraca affinché alcune donne sudamericane vi si prostituissero. Ma Misuraca, che ha patteggiato una condanna per sfruttamento e favoreggiamento, ha scagionato Calafato, dicendo che non sapeva che nell’appartamento che aveva affittato c’erano ragazze che si prostituivano.
Sono solo alcune delle tante operazioni contro lo sfuttamento della prostituzione e dei processi in corso in provincia di Trapani. Un problema sociale che non può più essere affrontato soltanto con le operazioni di polizia e della magistratura, queste da sole non bastano a debellarlo.