Sono stati individuati tra i migranti approdati a Trapani lo scorso 7 luglio, in 656 erano stati soccorsi in mare e trasportati nel porto trapanese dalla nave militare tedesca Werra.
La Squadra Mobile di Trapani, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, ha fermato Mohammed Fallnato, senegalese, e Babacar Thior, del Gambia. Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Testimoni hanno riferito di essere partiti dalla costa libica, dopo aver pagato centinaia di dinari a intermediari di un'organizzazione libica. I migranti, ascoltati dai poliziotti presso l'Hot Spot di contrada Milo, sono risultati essere di diverse nazionalità, provenienti in prevalenza dalla Nigeria, Gambia, Costa d'Avorio, Ghana, Guinea, Senegal, Mali, Burkina Faso, Kenia, Togo, Bangladesh, Niger, Cameroun e Marocco.
Fall e Thior sono stati indicati come le due persone che hanno condotto i natanti dalla Libia fino al momento del soccorso utilizzando, all'occorrenza, una bussola per seguire la rotta ed un telefono satellitare per chiedere soccorso. Altri hanno raccontato come durante la traversata gli scafisti abbiano interrotto la navigazione per sedare alcune rivolte scoppiate a bordo, minacciando gli stessi migranti di riportarli indietro o farli annegare. Al momento del salvataggio, i due scafisti si erano allontanati dal posto di comando, togliendosi gli abiti indossati per sfuggire alle indagini. I due presunti scafisti sono stati prima posti in stato di fermo e successivamente associati presso la Casa Circondariale di Trapani, nel frattempo il gip su richiesta della Procura ha confermato la custodia cautelare in carcere.
HOTSPOT. "L’attività sanitaria specialistica intrapresa negli Hotspot di Lampedusa (dal 18/04) e di Trapani-Milo (dal 26/04) dal nostro istituto, segue le orme della precedente missione realizzata per il Ministero dell’Interno, differenziandosene per alcuni aspetti, in primo luogo nel suo essere multicentrica. La missione ha avuto inizio nella seconda metà del mese di aprile e si concluderà alla fine di quest’anno”. Così in una nota l’Istituto nazionale salute migrazione e povertà evidenzia l’impegno nell’accoglienza dei migranti, ma non solo.
“L’obiettivo – spiegano dall’Inmp . di tale intervento è simile a quello del 2015; si tratta, infatti, di una consulenza specialistica multidisciplinare in affiancamento all’assistenza medica di primo livello fornita dall’ente gestore operante nei due Hotspot. Quest’anno le due équipe prevedono professionalità di nuova introduzione, come il medico specialista in igiene e medicina preventiva (nel ruolo di coordinatore dei due gruppi), il medico pediatra auxologo e la psicologa dell’età evolutiva, invece è venuta meno la figura dell’antropologo”.
Ad oggi l’équipe che opera nell’Hotspot di Lampedusa è completa, mentre quella che si trova a Trapani Milo è in attesa che la collaborazione interistituzionale con l’ASP di Trapani diventi operativa per l’individuazione delle figure vacanti (pediatra e psicologo dell’età evolutiva) – accordo che sta seguendo il direttore G. Costanzo insieme al personale della sua UOC. Al momento è il personale medico del poliambulatorio INMP che assicura la presenza del dermatologo nello Hotspot di Trapani Milo (dr.sseValenzano, Fabiani e dr Cavani in turnazione).
Il coordinatore delle due équipe è la dr.ssa L. Andrissi, che segue tutti i giorni dalla sede di Roma le attività sanitarie portate avanti nei due Hotspot, visitando circa una volta al mese (per una durata di due settimane) le due sedi della missione.
“Altra novità di questa missione – si evidenzia - consiste nel periodo di formazione cui sono stati/saranno sottoposti i medici e i mediatori transculturali che costituiscono le due équipe. Sia presso il poliambulatorio INMP (metà aprile), che negli stessi Hotspot (metà luglio), i professionisti che l’anno scorso hanno partecipato alla missione presso il CPSA di Lampedusa hanno dedicato ai collaboratori delle équipe un corso di formazione”.
La formazione tenuta ad aprile in istituto ha previsto anche momenti di affiancamento nelle attività cliniche e di mediazione transculturale realizzate nel poliambulatorio – sperimentazione formativa supervisionata dalla dr.ssa A. Fava e dal direttore A. Fortino. La formazione di luglio avverrà in forma più estesa, nell’ambito del pro-getto CARE. “Infatti – conclude la nota - fattore di riferimento importante nell’implementazione di questa missione INMP nei due Hotspot siciliani è l’interrelazione che essa ha con il progetto europeo CARE, di cui il nostro istituto è capofila (il numero di maggio della nostra newsletter ha dedicato al tema un inserto) – ne sono responsabili il direttore G. Costanzo e il personale della sua UOC”.