Sotto il pelo dell’acqua, a un metro e qualcosa di profondità, c’è un porto. E’ il primo porto di Marsala, l’antico approdo che sorgeva in quella zona che adesso chiamiamo Salinella, nella zona di punta d’Alga. Siamo nella costa settentrionale della città, quella che si avvicina alla Laguna dello Stagnone, la cui acqua comincia ad essere calda e bassa. Quell che guard le Egadi, e che una volta era punto di approdo delle navi per l’ingresso in città. Un patrimonio nascosto sott’acqua quello di punta d’Alga, con il vecchio porto, e chissà quali altre meraviglie.
Si potranno vedere, adesso, come se si fosse ad un parco archeologico. Però subacqueo. Sono i percorsi archeologici che verranno inaugurati domani a Punta d’Alga, dopo tanta fatica.
L'iniziativa del “Club per l'Unesco” di Marsala, presieduto da Cesarina Perrone, vede coinvolte diverse Associazioni culturali, Circoli velici, Club service, nonché lo storico periodico “Il Vomere” e le “Proloco” di Marsala. Sarà l'archeologo Sebastiano Tusa, in particolare, ad illustrare la visita allo “sbarramento spagnolo” che risale al 1575 (realizzato da Carlo d'Aragona su ordine di Don Giovanni d'Austria). Fu l’architetto Nicola Sciacca quasi tre anni fa a coordinare un gruppo di studio sullo sbarramento spagnolo, su ciò che si nascondeva sul fondale di Salinella e Punta D’Alga. La redazione di Tp24.it, armata di telecamera subacquea, fece un’immersione per guardare cosa restava dell’antico sbarramento spagnolo. Si gettarono le basi per un percorso che avrebbe portato alla definizione di un itinerario subacqueo.
Il turismo subacqueo sta cominciando a prendere piede in Sicilia. Un’isola circondata da un mare che non è solo affascinante per i suoi colori, le coste mozzafiato, la flora e la fauna marina, ma anche per i pezzi di storia che si nascondono nei fondali.
Da Marsala a Marzamemi, i fondali siciliani sono pieni di testimonianze di epoche lontane. Il problema è però mantenere questi percorsi. Il progetto CUL.TUR.A.S. (CUltura e TUrismo Attivo e Sostenibie), in collaborazione con la Tunisia, ha permesso di ottenere un finanziamento dall'Unione Europea per la provincia di Trapani e due distretti tunisini di un progetto per la realizzazione di itinerari archeologici subacquei. 800.000 euro in totale. Per la provincia di Trapani sono stati individuati siti a Pantelleria, San Vito Lo Capo e, appunto, Marsala. La Regione ha i soldi per gestire i percorsi? Non proprio. Si tratta di andare due - tre volte l'anno ad immergersi per pulire i cartelli, i gavitelli, i segnali di ingresso e di uscita, il filo che fa da conduttore del percorso per i sub per non farli perdere. Il soprintendente del mare Sebastiano Tusa, lo scorso anno, ha lanciato un appello al sindaco di Marsala per tenere pulita e accessibile la costa prospiciente i siti subacquei, oppure contribuendo alle utenze telefoniche per consentire il controllo in streaming dei siti. Ma mentre per la Soprintendenza del Mare i percorsi subacquei sono per far vedere i reperti sott’acqua il sindaco proponeva di metterli al Museo Lilyebeo per creare un museo navale. Ma la mission dei percorsi subacquei non è proprio questa, ma la possibilità di vedere testimonianze storiche in fondo al mare.