Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/10/2016 06:40:00

Favignana, Filippo Accardi (SEA): "La centrale è un laboratorio ideale per lo sviluppo"

Filippo Accardi, amministratore delegato della SEA, la società che dà l’energia elettrica alle isole Egadi. SEA è stata al centro di diverse polemiche, che noi abbiamo seguito fin dall’inizio, per il progetto della nuova centrale, inizialmente con tre ciminiere di 15 metri e 7 generatori a gasolio. C’erano anche delle polemiche per la distanza di 350 metri da Cala Azzurra. In questi mesi però la SEA ha cambiato radicalmente strategia, e si è convertita per una sorta di rivoluzione green, lanciando il progetto “Favignana ad emissioni Zero” che avete presentato in piazza ai cittadini. Ci può spiegare di che cosa si tratta?


Noi abbiamo cambiato il nostro punto di vista. Riteniamo che lo sviluppo di Favignana dipenda in maniera significativa da questo nuovo progetto, da questa nuova frontiera. L’ecologia è diventata una cosa molto importante oggi. Noi vogliamo innanzitutto sviluppare l’occupazione a Favignana con le attività collaterali allo sviluppo del fotovoltaico, che intendiamo incentivare. Vogliamo comunque mantenere la principale attività industriale di Favignana che è quella gestita da Sea per la produzione di energia elettrica, in quanto riteniamo sia fondamentale per sostenere il fotovoltaico.


Accardi, esattamente cosa vi ha fatto cambiare in maniera così drastica orientamento rispetto al progetto iniziale che tante polemiche aveva suscitato?


Il progetto iniziale nasce come trasferimento della centrale elettrica. Noi abbiamo attualmente un ecomostro che è a 50 metri dal mare, in un tessuto che è ormai urbano, e sul quale ci sono una serie di confinanti che giustamente si lamentano per tutto ciò che produce una centrale che è nata nel 1965, e strutturata per le condizioni di allora. Oggi è tutto diverso. Le reazioni che noi abbiamo avuto rispetto questo progetto non hanno invalidato il progetto stesso, ma ci hanno spinto a valutare differentemente quelle che sono le nuove frontiere che dobbiamo affrontare. Noi siamo la principale attività economica dell’isola. Possiamo agire in senso positivo e offrire molto di più di quanto non ci si immagini in un’isola, che è il laboratorio ideale per poter presentare queste attività.

 

Il nuovo progetto è stato presentato in consiglio comunale? Perchè il consigliere comunale Michele Rallo ci ha detto di non averlo visto e ha la sensazione che il progetto sia lo stesso, solo che sopra al tetto verranno installati i pannelli solari.

 

Se Michele Rallo non l’ha visto io non ho colpa. Se lui va presso l’Ufficio Tecnico scoprirà che è stato presentato il 16 settembre. Abbiamo presentato il progetto rivisitato che non è uno stravolgimento di quello precedente. Abbiamo aggiunto delle considerazioni riguardo alla immediata installazione sui tetti della centrale di pannelli fotovoltaici per 500 KW, abbiamo aggiunto tutta una serie di accorgimenti per ridurre le emissioni di qualunque genere e abbassato i camini, nel senso che sono scomparsi.

 

Non ci saranno più, dunque,  le tre ciminiere?

Esatto, ma neanche prima si vedevano. L’atteggiamento nei confronti della centrale in quanto elemento inquinante, a volte è negativo a prescindere...

C’è una sorte di pregiudizio nei confronti della centrale?

 

Sì, e io non sono d’accordo su questo. Io ho sempre sostenuto, anche al Ministero recentemente, che la centrale è uno strumento. E noi  possiamo rendere oggi, in questo particolare momento storico, decisamente attraente, anche per tutte quelle attenzioni che l’Italia ma anche la Comunità Europea vogliono dedicare a questo laboratorio isolano.