Sono dati controversi quelli che riguardano la Valle del Belice e che vengono fuori mettendo a confronto i dati dell’Istituto autonomo case popolari di Trapani e i numeri dell’Osservatorio nazionale del mercato immobiliare. Le “nuove città” nate dopo il terremoto del ’68, paradossalmente, oltre a non essere state terminate, hanno più case che abitanti e questo è causa sul mercato immobiliare di un crollo pesante dei prezzi al metro quadro delle abitazioni e un conseguente mercato saturo. Sono in totale 1.325 le abitazioni popolari censite dallo Iacp e sono così distribuite: 413 a Salemi, 146 a Gibellina, 244 a Partanna, 136 a Poggioreale, 146 a Salaparuta, 144 a Santa Ninfa, 96 a Vita. Fra questi alloggi, tra Poggioreale e Salaparuta ce ne sono in totale 118 abbandondati, nonostante per la loro costruzione si sia fatto ricorso a finanziamenti pubblici che sicuramente non sono stati mirati e spesi con oculatezza, e di conseguenza ci si è ritrovati con insediamenti abitativi spropositati rispetto alla reale esigenza. A questo punto sarebbe lecito chiedersi, grazie a quali responsabilità, e comunque ad una disastrosa gestione delle risorse pubbliche. Proprio in questi due paesi Poggioreale e Salaparuta si registrano i prezzi più bassi del valore medio delle case. Un’abitazione in centro e in buono stato varia tra un minimo di 185 euro ad un massimo di 270. Le altre quotazioni vedono Vita da un minimo di 350 a un massimo di 500 euro, Santa Ninfa da 400 a 600, Salemi da 490 a 650, Partanna da 630 a 780. Quotazioni che se raffrontante con i dati aggiornati del valore medio al metro quadro del mercato immobiliare siciliano, che è di 1.350 euro, e provinciale che è di 1.000 euro, sono di gran lunga inferiori. Per il direttore dello Iacp, Pietro Savona, l’unico modo per evitare sprechi con gli alloggi vuoti, è quello di permettere la compravendita anche a chi non ha un regolare contratto di locazioni e per fare questo, è stato richiesto all’assessorato regionale di poter utilizzare gli alloggi non assegnati in regime di libero mercato. Richiesta che è stata accolta favorevolmente dall’assessorato. Questa la situazione relativa al mercato immobiliare. Per quel che riguarda la ricostruzione, a qualche mese dall’ispezione della Commissione Permanente Territorio e Ambiente del Senato, il Sindaco di Partanna, Nicola Catania, che è il coordinatore degli amministratori della Valle del Belice, afferma che sono ancora necessari per mettere definitivamente una parola fine, interventi per 300 milioni di euro per l’edilizia privata e 150 milioni per l’edilizia pubblica. Tra le opere pubbliche da completare c’è il Teatro di Consagra a Gibellina, che da circa trent’anni aspetta di essere inaugurato. Un edificio che con le sue forme ondulate rappresenta l’instabilità della Valle e che potrebbe diventare, ma ancora non c’è nulla di certo, un centro polifunzionale. Per la piscina di Poggioreale, invece, sono necessari investimenti per 2 milioni di euro per portare a termine i lavori che la ditta non ha mai completato perché nel frattempo è fallita. E un’altra opera incompleta si trova a Partanna, amministrata dallo stesso Catania, ed è il Centro Sociale Camarro che è stato costruito ma mai collaudato e che l’amministrazione non è in grado di trasformare in alloggi a canone sostenibile, nonostante un finanziamento di 4 milioni di euro. L’auspicio del rappresentate dei comuni della Valle del Belice è che non ci siano più vincoli come fino a questo momento, in cui il patto di stabilità interno ai Comuni ha impedito di utilizzare le somme a disposizione, come i 35 milioni stanziati nel 2012, e che si possa con un provvedimento specifico programmare e completare esclusivamente progetti di urbanizzazione primaria.