"Libera Scelta” è un nuovo spazio di confronto diretto.
In vista del prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre, abbiamo invitato Rosaria Rallo, componente del circolo del Pd di Castelvetrano e componente della direzione regionale del partito e Luca D’Agostino, attivista del Meetup M5S Castelvetrano Selinunte.
La prima per le ragioni del sì, il secondo per quelle del no.
Secondo Luca D’Agostino, “Il cambiamento piace quando porta ad un miglioramento. In questo caso invece la Costituzione diventa più confusa per il cittadino”. L’attivista del Movimento 5 Stelle afferma che il testo della riforma è stato approvato a colpi di maggioranza, con l’aiuto di Verdini che è un plurindagato, mentre il superamento del bicameralismo paritario è “una furbata della maggioranza”. Ha poi aggiunto che se dovesse passare il sì, in base al combinato disposto tra l’Italicum e la legge costituzionale, i senatori non verrebbero più eletti dai cittadini ma dai consigli regionali e metà della Camera dei deputati, verrebbe nominata dai capi dei partiti. “Al momento l’articolo 57 parla chiaro e dice che l’ultima parola l’avranno i consiglieri regionali.. Io non credo che ci possa essere qualcuno per strada che mi dica di essere contento di non votare più direttamente i nostri senatori”. Si è poi mostrato contrario al fatto che i nuovi senatori avrebbero l’immunità parlamentare senza essere stati eletti direttamente: “Consideriamo che in 17 regioni su 20 ci sono consiglieri regionali indagati per ruberie varie su rimborsi ed altro”.
Naturalmente di segno opposto la posizione di Rosaria Rallo, secondo la quale non si può permettere che una legge rimbalzi continuamente dalla Camera al Senato, non potendoci permettere approvazioni in tempi rapidi, come invece succede in altri stati della comunità europea. Secondo la componente del circolo Pd di Castelvetrano, una bozza dell’onorevole Chiti (una volta approvata, dopo l’eventuale sì) permetterà all’elettore di votare con una scheda a parte quel consigliere regionale che rappresenterà il territorio al Senato, mentre una successiva riforma dello statuto della regione Siciliana, risolverà l’incompatibilità di ruolo tra il deputato regionale e la carica di senatore.
Inoltre, la sovranità popolare verrebbe mantenuta dal momento che “Sia i consiglieri regionali che i sindaci – ha sottolineato - vengono eletti dai cittadini”, essendo “un’occasione di rappresentanza diretta del territorio”. Sugli indagati, ha invece suggerito un momento di autocritica, evidenziando il caso delle firme false del Movimento 5 Stelle a Palermo.
Ma, al di là di come la si voglia pensare sulla bontà della riforma, abbiamo chiesto se c’è il rischio che una parte considerevole del Paese voti di pancia. Molti cittadini voteranno “no” perché Renzi gli sta antipatico, così come tanti voteranno sì per rabbia o disaffezione nei confronti di una politica percepita come iperpagata e poco producente.
Secondo la Rallo, politicizzare il voto sul referendum è’ stato sin dall’inizio un errore. “Deve essere un voto di coscienza – ha affermato - Occorre essere consapevoli di un cambiamento radicale. Il risparmio non arriverebbe soltanto dalla riforma del bicameralismo paritario, perché c’è al momento un forte conflitto di competenze tra Stato e regioni che comporta un forte spreco di denaro pubblico per pagare gli avvocati sui contenziosi. Vincendo il sì, questo conflitto non ci sarà più”.
“Non dovrebbe essere uno scontro politico – ha detto D’Agostino - Bisognerebbe concentrarsi esclusivamente sul testo, se va approvato o meno. Distruggere la costituzione per un risparmio minimo, non credo sia una buona cosa”.
Egidio Morici