di Leonardo Agate - Certo é che la Costituzione, sia pure la più bella del mondo, deve essere interpretata con il buon senso, altrimenti diventa brutta nella realtà. Per fortuna a capo dello Stato abbiamo il presidente Mattarella, che é uomo di cultura e non di azzardo.
La situazione politica, dopo il voto referendario, che é stato uno schiaffo al capo del governo e a tutto il governo, é in grande fibrillazione. L'accozzaglia dei partiti che hanno portato il "no" alla vittoria, contro l'accozzaglia degli sconfitti promotori del "si", non lascia ben sperare per una ragionata soluzione della crisi.
C'é, da parte dei vincitori e degli sconfitti, all'interno delle due parti avverse, chi vorrebbe andare al voto subito, alle elezioni politiche anticipate, che anticiperebbero di un paio di anni la normale fine della legislatura. Le opinioni di tutti quelli che spingono per le elezioni politiche subito sono diverse nelle motivazioni, univoche nella richiesta. Ogni motivazione è dettata dalla convinzione, giusta o sbagliata, che il proprio partito riuscirebbe vincitore se si andasse subito al voto.
Si dimentica, in questo frastuono di voci in parte concordanti e in parte discordanti, che Il Senato, rimasto in carica e imponente dopo l'esito del referendum, ha una sua legge elettorale adeguata alla Costituzione, mentre l'Italicum, l'ultima legge approvata per l'elezione della Camera é sub iudice. Essendo stata rilevata incostituzionale da diverse corti giudiziarie, é sottoposta da tempo al vaglio della Corde Costituzionale, che si pronuncerà il 24 gennaio. E' molto probabile che la legge non passerà indenne all'esame della Corte, e che quindi dovrà essere riscritta in alcune parti. Andare al voto prima di leggere la sentenza della Corte Costituzionale, vorrebbe dire andare incontro alla possibilità di eleggere una Camera in base a una legge poi dichiarata incostituzionale. Praticamente la radicale illegittimità costituzionale della Camera vigente verrebbe prolungata con la elezione di nuovi deputati eletti con la nuova legge elettorale ora all'esame della Consulta. Di illegittimità in illegittimità si va verso il baratro istituzionale.
Se si vuole interrompere la legislatura con elezioni politiche anticipate, lo si può fare, ma prima é essenziale apportare all'Italicum le modifiche che molto probabilmente verranno indicate nella prossima sentenza della Corte Costituzionale. Bisogna attendere un mese e mezzo per sapere quali modifiche apportare all'Italicum, apportarle, e poi si possono sciogliere le Camere per andare alle elezioni politiche. Tutto questo é conforme alle procedure costituzionali ed anche al buon senso. Il presidente Mattarella sembra essere di questa opinione.
Strano che appaia, il rinvio delle elezioni politiche e l'arresto dell'immediata deriva elettorale trovano un largo consenso in parlamento, a parte le dichiarazioni degli esagitati capi partito. E' prevedibile che un due terzi degli attuali parlamentari, deputati e senatori, non sarebbero eletti in caso di nuove elezioni. E se le elezioni dovessero avvenire prima del trascorrere di quattro anni e sei mesi di mandato, non porterebbero a casa il vitalizio. Per un interesse tutto particolare e familiare di questi due terzi dei parlamentari, il pericolo che si vada a votare con un Italicum parzialmente incostituzionale sfuma e si allontana nel tempo. Le vie della Provvidenza sono davvero infinite e imprevedibili.