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18/12/2016 03:18:00

Appalti Sicilia, Cgil: "Crocetta ritiri la riforma". Cisl: "Cinque miliardi da spendere"

 “Sugli appalti al governo regionale non resta che ritirare la riforma prima che vada in aula e uniformarsi alla normativa nazionale recependo il Codice nazionale degli appalti ma anche le linea guida emanate dall’Autorità anticorruzione il 3 dicembre per la composizione delle commissioni, in questo caso gli Urega”. Lo dice il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, dopo la sentenza della Corte costituzionale che impugna alcune norme della legge regionale sugli appalti del 2015.
Secondo Pagliaro - che nei giorni scorsi aveva già chiesto il ritiro della riforma esitata dalla Commissione territorio e ambiente dell’Ars non condividendo l’innalzamento da uno a due milioni e mezzo della soglia entro cui potere procedere con i massimi ribassi – “la sentenza della Consulta, che fa riferimento alle norme in materia di tutela della concorrenza di esclusiva competenza statale, potrebbe ora are da battistrada anche a un procedimento analogo per quanto riguarda la composizione degli Urega”. Per il segretario della Cgil “la Regione deve solo recepire le norme nazionali e se aggiustamento può esserci questo deve riguardare l’introduzione delle clausole sociali per la tutela del lavoro , come ha fatto la Regione Lombardia.

CISL. Quasi cinque miliardi sono già stati autorizzati dal Cipe per opere in Sicilia e pubblicati il 14 novembre sulla Gazzetta ufficiale. Vanno resi immediatamente cantierabili e spesi nel 2017. Il come non ci interessa, ci interessa che ripartano i cantieri e che sia creata occupazione. Dopo il voto del 4 dicembre, non si può ancora far finta, non ci si può più voltare dall’altra parte”. Così Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, in occasione dell’assise che ha riunito a Palermo i vertici delle federazioni regionali e delle unioni territoriali del sindacato. Il parlamentino ha anche dato il via alla stagione congressuale che impegnerà la Cisl nel 2017. Nei prossimi mesi centinaia di assemblee si terranno nei luoghi di lavoro e nelle sedi sindacali. E il 4 e 5 maggio, porteranno al congresso regionale, che si terrà a Palermo.
Sul fronte delle opere, “governo e Ars accelerino”, le parole del segretario. “Le procedure di gara in Sicilia vanno rese più snelle e più celeri, gli uffici competenti, gli Urega, potenziati e resi più flessibili. Il modo non ci riguarda, facciano come credono. Ma aspettiamo di vedere, da qui a un anno, la spesa dei fondi Ue disponibili e di tutti i finanziamenti collegati al patto per la Sicilia e a quelli per Palermo, Catania e Messina”. La Sicilia, ricorda la Cisl, ha un tasso di disoccupazione del 21,9%, i giovani senza lavoro superano il 56%, un siciliano su due è definito povero dall’Istat o lambisce una condizione di drammatica povertà. Il Pil pro-capite, nell’Isola, si aggira sui 17 mila euro ma con province come Agrigento e Caltanissetta dove si attesta sui 12-13 mila. “La situazione è esplosiva – il commento del segretario – ed è da qui che nasce il voto del 4 dicembre. Che è stato un voto di protesta. Ma anche una richiesta di dignità da recuperare con il lavoro e lo sviluppo, che finora non si vede”.
In tema di rifiuti Milazzo ha sostenuto che “le discariche sono bombe a orologeria”. La Sicilia è rimasta indietro anni-luce. Serve un piano energetico regionale. “Siamo stanchi di vedere cumuli di immondizia da tutte le parti. È uno spettacolo che deprime e che ipoteca pure le chance che ha l’Isola di sviluppo turistico e culturale”. Vanno aumentati i livelli ancora troppo bassi di differenziata e va recuperata energia dalla monnezza. “Li chiamino termovalorizzatori o semplicemente valorizzatori, il dibattito terminologico non ci appassiona. Quello che ci interessa è che si svolti. Anche perché il combinato disposto dell’immondizia non smaltita o malamente smaltita e delle alte tasse comunali, è semplicemente benzina sul fuoco”.
Il segretario Cisl ha quindi ricordato che entro il 31 dicembre l’Ars dovrebbe varare bilancio e legge finanziaria. “Sarebbe meglio che si evitasse l’esercizio provvisorio”. “Una settimana fa – ha aggiunto – assieme a Cgil e Uil abbiamo chiesto al governatore un incontro sulle emergenze, e per una legge di stabilità condivisa. Al tavolo del Governo vorremmo portare la voce del disagio sociale, che rappresentiamo. Ma Crocetta non si degna di riceverci. Si volta dall’altra parte. Faccia come crede, andrà solo a sbattere”.

UIL. “Le guide turistiche non possono occuparsi di vigilanza e fruizione dei musei in Sicilia. Lo vietano le norme nazionali che regolano la gestione dei beni culturali. Sono le solite uscite raffazzonate che non risolvono i problemi ma creano solo polveroni. I musei devono essere aperti sempre, anche a Natale e Capodanno. E per farlo basterebbe, come questo sindacato sostiene da anni, utilizzare i custodi che già sono in servizio. Vanno modificate, però, le norme che servono ad imboscare gli amici causando la chiusura dei siti a danno di turisti e visitatori. E utilizzare anche il personale Asu, pagato per non fare nulla e i 200 lavoratori della Sas, sino ad oggi in part time”. Lo dice Gianni Borrelli, della segreteria regionale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Le nostre proposte sono sempre le stesse: turnazione a due unità anziché tre e l’abolizione dei turni notturni dove sono presenti gli impianti di video sorveglianza, spesso disattivati senza motivo. Riorganizzando il personale e contrattando le regole senza caos e favoritismi, i musei potrebbero restare sempre aperti, anche nei fine settimana e nei festivi. Il turismo – conclude Borrelli – è una carta fondamentale per qualificare e rilanciare sviluppo e buona occupazione. Non possiamo accettare che venga compromesso per il permanere di vecchie logiche, comportamenti dilettanteschi o peggio clientelari”.