Sparito da oltre due anni, il trentenne Andrea Nizza, solidi legami con i narcotrafficanti albanesi e greci, è stato arrestato a Viagrande, nel Catanese. Giovane e "in carriera", nella lista stilata dal ministero dell'Interno figurava tra i cento latitanti più pericolosi d'Italia. Del boss aveva innanzitutto la ferocia: lo scorso giugno era stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere per l'omicidio di Lorenzo Saitta, l'uomo che aveva agevolato la sua ascesa criminale aprendogli le porte del clan Santapaola. Quell'omicidio avvenne il 6 dicembre 2006, quando Nizza aveva soltanto 20 anni.
I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno trovato il narcotrafficante in un appartamento affittato da una coppia, arrestata per favoreggiamento. Non si sa se un contributo all'arresto sia arrivato da uno dei cinque fratelli di Andrea Nizza, Fabrizio, ex numero uno della famiglia e poi collaboratore di giustizia dal 2015, da quando è finito in manette. Ma è più probabile che gli investigatori siano arrivati al suo nascondiglio ai piedi dell'Etna, seguendo la moglie e i figli del boss che fu costretto a darsi alla macchia dopo la condanna in primo grado a 6 anni e 8 mesi (portata a 8 anni nel processo d'appello dello scorso novembre) subita nel dicembre 2014 al processo scaturito dall'operazione "Fiori bianchi", avvenuta il 16 aprile 2013 e che portò in cella 77 persone accusate di traffico di droga, estorsione e associazione mafiosa.
Nizza controllava le piazze di spaccio di Librino, quartier generale del clan, San Cristoforo e San Giovanni Galerno. Lo scorso novembre i carabinieri eseguirono 24 arresti nell'ambito di un'operazione antidroga che coinvolgeva proprio il clan Nizza, all'interno della famiglia Santapaola-Ercolano.
Intanto, il ministro dell'Interno, Marco Minniti, si è complimentato con il comandante generale dell'Arma, Tullio del Sette, per l'arresto di Nizza. "Quello di oggi è un successo investigativo di alto livello", ha sottolineato il titolare del Viminale. Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha ha sottolineato che si tratta di "un grande colpo per la legalità e nella lotta alla criminalità organizzata. I carabinieri, con un grande e duro lavoro di intelligence di altissima professionalità, coordinati dalla nostra Dda, sono riusciti catturare il latitante più pericoloso della Sicilia orientale". Plauso a magistratura e carabinieri è stato espresso anche dal sindaco di Catania Enzo Bianco.