Davanti al giudice monocratico Vito Marcello Saladino, il sindaco di Pantelleria Salvatore Gino Gabriele - processato per minaccia, ingiuria e lesioni personali (causate da stato di “agitazione psicomotoria”) in danno di un dipendente comunale: il geometra Maurizio Francesco Barraco - ha cercato di difendersi come ha potuto, ma incalzato dalle domande che gli sono state poste, a un certo punto, ha detto: “Non escludo che nella foga lo abbia anche minacciato”. E questa risposta, naturalmente, suona come una mezza ammissione in merito all’accusa più grave. Gabriele ha, inoltre, confermato di aver avuto una lite, in Municipio, con il geometra Barraco. Cercando di spiegare che il suo è stato uno sfogo dovuto al fatto di essere stato denunciato per abusivismo edilizio proprio a seguito di una relazione redatta dal tecnico comunale. Dall’imputazione di abusivismo edilizio, poi, il sindaco è stato assolto dopo aver prodotto un’autorizzazione edilizia in sanatoria. Ma dopo quella relazione, il primo cittadino avrebbe minacciato il tecnico dicendogli che gliela avrebbe fatta pagare. Gabriele avrebbe, poi, offeso l’autore della relazione in presenza di un altro tecnico dell’ufficio. All’arrivo, infatti, di una lettera della Soprintendenza in cui si dichiarava la “compatibilità paesaggistica” dell’immobile finito sotto accusa, il sindaco avrebbe a un collega di Barraco: “Questa lettera falla avere a quel cogl… di Maurizio Barraco”. I fatti sono del 6 aprile 2015. Nel processo, Barraco si è costituito parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Gaetano Di Bartolo. Nella stessa udienza in cui ha testimoniato il sindaco-imputato, è stato ascoltato, su richiesta della difesa, anche un altro tecnico del Comune di Pantelleria, il geometra Gambino. Del quale il sindaco non aveva parlato quando fu interrogato dal procuratore Alberto Di Pisa, ma che adesso ha citato come uno dei testimoni dell’alterco. In aula, Gambino ha mostrato qualche incertezza. Ha, infatti, affermando di essere stato presente al diverbio, ma in un primo momento aveva detto che si trovava nella sua stanza e poi di essere uscito nel corridoio dove si era già verificato l’alterco, vedendo Barraco allontanarsi accompagnato da alcuni colleghi. Una differenza di versioni che è stata alla base di incalzanti domande del pm e del giudice. L’indagine sfociata nel processo è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala.