A sorpresa il boss Totò Riina , imputato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, ha revocato il consenso a farsi interrogare dal pm anticipato, alla scorsa udienza, informalmente attraverso il suo legale, l'avvocato Giovanni Anania.
"Sto male, ho un problema", ha detto Riina in video collegamento dal carcere di Parma. Un dietrofront, il suo, dopo l'inconsueta volontà di sottoporsi a interrogatorio comunicata al difensore.
Il capo dei capi di Cosa nostra era stato l’unico degli imputati del processo in corso davanti all’aula bunker del carcere Ucciardone ad avere accettato di rispondere alle domande di accusa e difesa. Tutte le altre persone alla sbarra – mafiosi come Leoluca Bagarella, pentiti come Giovanni Brusca, collaboratori come Massimo Ciancimino, ex politici come Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino, ex ufficiali del Ros dei carabinieri come Mario Mori e Antonio Subranni – hanno infatti rifiutato di sottoporsi all’interrogatorio. In passato ha più volte fatto dichiarazioni spontanee il generale Mori mentre venerdì 10 febbraio è previsto l’intervento dell’ex ministro Mancino, imputato di falsa testimonianza.
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Former Mafia boss of bosses Toto' Riina made a U-turn on Thursday and refused to answer prosecutors' questions in a trial into alleged talks between the Italian State and Cosa Nostra to stop a string of mafia bombings in the early 1990s. At the previous hearing Riina had informally said via his lawyer, Giovanni Anania, that he would testify. "I'm ill. I have a problem," Riina, 86, said in a video link from Parma prison. It would have been the first time Riina had testified in court.
Other defendants in the case include informants like Giovanni Brusca; the son of a Mafioso Palermo mayor, Massimo Ciancimino; ex-Berlusconi aide Marcello Dell'Utri; former interior minister Nicola Mancino and ex-Carabinieri special force officers.
Former prosecutor Antonino Ingroia said recently he is writing a novel on his time at the trial on alleged talks between the State and the Mafia to stop the bombs, and suggested he would reveal the contents of wiretaps, later destroyed, between former President Giorgio Napolitano and former interior minister and Senate Speaker Mancino.
"There are things to be told," he said.
Mancino is among several people on trial for the alleged talks to stop bombings that included the murders of anti-Mafia magistrates Giovanni Falcone and Paolo Borsellino in 1992.
Napolitano gave evidence in the trial but taped conversations between him and Mancino were ordered destroyed.