La pubblica amministrazione italiana e al 17° posto nella classifica europea. E' il dato rilevato dall'Ufficio della Cgia di Mestre sui dati della Commissione Europea. L'Italia dunque e agli ultimi posti, precedendo soltanto Grecia, Croazia, Turchia e qualche altro paese dell'est europeo. Guidano la classifica i soliti paesi del Nord Europa, al primo posto la Danimarca, poi Finlandia e Svezia. Per quanto riguarda la classifica territoriale delle Regioni, ne sono state analizzate 206 in tutta Europa e nei primi trenta posti non c'è nessuna di quelle italiane. La prima, tra le "più virtuose" è la Valle D'Aosta al 72° posto, la seconda il Friuli Venezia Giulia al 98°. Quasi "catastrofico" il risultato delle regioni del sud. Sardegna 178°, Basilicata 182°, Sicilia 185°, seguite da Puglia, Molise e Calabria. La Campania è addirittura al 202° posto. «Con una pubblica amministrazione di questo livello – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zerbo – gli effetti negativi si fanno sentire anche nel settore privato. Tutto ciò si traduce in perdite di tempo e di denaro". Altro aspetto che condiziona l'inefficienza della pubblica amministrazione italiana è la corruzione. In Sicilia dal 1991 al 2016 sono stati 55 i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose: 24 nel palermitano, 8 nella provincia di Catania, 7 nell’Agrigentino, 4 nel nisseno e a Messina, 6 nel trapanese e 1 nelle province di Siracusa e Ragusa. Nel 2011 sono state 1658 le sentenze di condanna per delitti di peculato, malversazione, corruzione e concussione, di cui 122 riguardano solo la Sicilia.