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22/02/2017 06:15:00

Dalla cella (frigo) alla cella. La mafia di Alcamo in manette, il racconto

I sei esponenti della mafia alcamese arrestati ieri nel corso dell’operazione “Freezer”, sono passati dalla cella frigo di un negozio di frutta e verdura, dove si incontravano per le loro riunioni ed evitare così possibili intercettazioni da parte degli inquirenti, alle celle del carcere. Questo nuovo duro colpo inflitto a Cosa Nostra ad Alcamo segue ed è per certi versi collegato all’altra operazione “Cemento del Golfo”, del marzo 2016, che ha colpito la vicina Castellammare del Golfo, ed infatti uno degli arrestati, Vito Turriciano, ha ricevuto la notifica in carcere, proprio perché arrestato nella precedente operazione antimafia e già condannato a 12 anni di carcere. Gli uomini della squadra mobile di Trapani e della Direzione Investigativa Antimafia, ieri mattina, hanno eseguito gli ordini di custodia cautelare nei confronti di: Ignazio Melodia, medico di 61 anni, ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Alcamo; Salvatore Giacalone, insegnante di 62 anni, di Alcamo, Antonino Stella di 69 anni, originario di Marsala; Filippo Cracchiolo fruttivendolo di 56 anni, di Alcamo; Giuseppe Di Giovanni di 32 anni, di Alcamo; Vito Turriciano, già detenuto, di 70 anni, di Castellammare del Golfo. Le accuse per tutti gli arrestati sono di associazione mafiosa, estorsione e condizionamento delle lezioni comunali ad Alcamo. "Ancora una volta è emersa la pervicace condotta mafiosa volta a condizionare il tessuto economico nonché a tentare di influenzare le locali realtà politico-amministrative, condotta resa ancor più pericolosa dalla levatura criminale dei personaggi coinvolti, in particolar modo del reggente il mandamento mafioso di Alcamo, Ignazio Melodia", queste le parole usate dal questore di Trapani Maurizio Agricola, per descrivere l’operazione “Freezer”.

Il capomandamento Ignazio Melodia, “U Dutturi”
Esponente di spicco della mafia locale è Ignazio Melodia, “U dutturi”, figlio, nipote e fratello dei mafiosi Cola, Diego e Antonino Melodia, reggenti storici della cosca alcamese. Melodia, laureato in medicina, ha lavorato all’Ufficio Igiene di Alcamo ed era medico della AUSL di Trapani, dopo aver scontato dieci anni di carcere fino al 2012, una volta libero ha ripreso il controllo della cosca dopo l’arresto del fratello Antonino. Dalle intercettazioni a carico di Melodia, emerge come quest’ultimo si vantava di comandare in mezza provincia, probabilmente per il suo stretto rapporto con il boss latitante di Castelvetrano. E’ stato infatti Matteo Messina Denaro in persona a fare da “padrino” a Melodia quando è stato “combinato” nel 1996 in una villa di Dattilo. L’episodio lo ricorda il pentito Vincenzo Ferro, il quale afferma che lui stesso avrebbe dovuto prendere il posto di Antonino Melodia come gli aveva detto un altro pentito Vincenzo Sinacori, ma Ferro si rifiutò per lasciarlo al Melodia perché era persona ben conosciuta nel paese perché medico, fratello di Antonino e titolare di un ufficio pubblico che rilasciava certificati di abitabilità.... L’accusa degli inquirenti nei confronti di Ignazio Melodia è quella di essere considerato il reggente del mandamento di Alcamo.

Le accuse agli altri arrestati
Salvatore Giacalone e Giuseppe Di Giovanni sono ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa di Alcamo; Antonino Stella è accusato di aver svolto un ruolo di collegamento tra le diverse famiglie mafiose presenti nel territorio e per aver fatto da tramite tra Ignazio Melodia e Vito Gondola, boss di Mazara del Vallo.
Filippo Cracchiolo, intermediario nell’organizzazione d’incontri e riunioni mafiose e per aver messo a disposizione i locali del proprio negozio ad Alcamo per gli incontri riservati del clan;
Giuseppe Di Giovanni è accusato di aver impedito il libero esercizio del diritto di voto durante le elezioni comunali di Alcamo del 2016 e per aver detenuto illegalmente un fucile. A Melodia, Giacalone, Turriciano e Di Giovanni è stato contestato, inoltre, il reato di estorsione, in concorso e con l’aggravante del metodo mafioso, ai danni di alcuni imprenditori edili di Alcamo, per averli costretti a “mettersi a posto” pagando somme di denaro alla famiglia mafiosa. Per Melodia questo reato è contestato anche con l’aggravante di aver commesso il fatto durante il periodo nel quale era sorvegliato speciale con obbligo di dimora nel comune di Alcamo.

Inizio delle indagini e condizionamento politico
L’operazione “Freezer”, coordinata dalla D.D.A. di Palermo e condotta dalla Squadra Mobile di Trapani, dai Commissariati di Alcamo e diCastellammare del Golfo, è iniziata nel 2012 a seguito delle denunce di alcuni imprenditori rimasti vittime di estorsioni. Gli inquirenti hanno riscontrato che Salvatore Giacalone ha cercato di stringere rapporti e di influenzare la politica locale sia nel 2012 che durante le elezioni amministrative del 2016. Giacalone ha fatto “pressioni" sull’ex sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, finalizzate a perseguire gli scopi della famiglia mafiosa. Giuseppe Di Giovanni, invece, in occasione delle ultime elezioni amministrative del 2016, ha cercato i voti anche con minacce a mano armata a favore della compagna Alida Maria Lauria, candidata per la lista civica “Insieme si può”, che sosteneva il candidato sindaco Baldassarre Lauria. Di Giovanni durante la campagna elettorale coinvolse anche il Melodia, accompagnandolo presso il comitato elettorale della Lauria e riferendogli il nome di chi si opponeva alla candidatura della compagna. Di Giovanni è ritenuto un vero assistente del capo mafia Melodia, facendogli anche da autista e partecipando ad incontri con altri mafiosi.

Le estorsioni
Oltre al condizionamento politico, l’attività di maggior peso della cosca, volta ad influenzare la vita economica e sociale del territorio, è quella delle estorsioni ai danni degli imprenditori. Ad un’impresa edile di Alcamo impegnata nella costruzione di villette estive ad Alcamo Marina è stato imposto di pagare una tantum da 3500 euro, più una quota variabile dai 1500 ai 2000 euro per ogni villa costruita, a seconda della cubatura. Ignazio Melodia cercò di imporre il “pizzo” anche a un’impresa edile di Mazara del Vallo che stava eseguendo lavori nel suo mandamento. Per questo motivo, ha cercato l’appoggio del boss di Mazara del Vallo Vito Gondola, tramite l’intervento di Antonino Stella, originario di Marsala.
I summit mafiosi coordinati dal Melodia che avanzava le richieste di estorsioni, i comportamenti da tenere, illustrava le regole e le attività della famiglia mafiosa, avvenivano all’interno della cella frigorifera del negozio di ortofrutta di Filippo Cracchiolo, ad Alcamo. E’ proprio qui che la Squadra Mobile ha nascosto le microspie che hanno permesso di portare a termine l’operazione “Freezer”.