A Maggio si vota a Castelvetrano, Trapani e Petrosino, in provincia di Trapani e la legge elettorale del 2012, con la quale sono stati eletti i sindaci uscenti, è profondamente cambiata. Vediamo come.
La novità più sostanziale è la reintroduzione dell’effetto trascinamento. Le legge prevede il così detto voto disgiunto, il che significa che nella stessa scheda si può votare al tempo stesso per una lista e per un candidato sindaco non collegati tra loro. Se un elettore esprime una preferenza per un candidato o una lista ma non per il sindaco, il voto va direttamente al sindaco collegato alla lista (anche se l’elettore non ha espresso esplicitamente la preferenza). Un meccanismo che premia inevitabilmente il candidato sindaco con più liste a sostegno.
C’è poi la questione della soglia per la vittoria a primo turno. Se nessuno dei candidati a sindaco ottiene almeno il 40% delle preferenze (e non più il 50), si va al ballottaggio. Una curiosità: nel caso (rarissimo) che due candidati a sindaco abbiano a primo turno lo stesso numero di voti (superiore al 40%), a decidere sono i voti presi dalle liste collegate o, in ultima istanza, la più giovane età. Al ballottaggio invece, a parità dei voti dei sindaci e delle liste, vince il più anziano.
Il numero di consiglieri scenderà di un terzo, con un taglio anche ai gettoni di presenza. Altro elemento nuovo è il voto di genere, che ha la scopo di aumentare la presenza femminile nei consigli: in ogni lista uno dei due generi non potrà essere rappresentato da più di due terzi dei candidati.
Ma quante firme servono per presentare una lista? Per le liste non rappresentate in Parlamento da mille a duemila, con l’avvertenza che questa volta i controlli (dopo il caso M5s) sono stati annunciati come molto più serrati.
L’elettore potrà esprimere una o due preferenze per i consiglieri: nel caso di voto doppio, uno dovrà essere per un uomo e l’altro per una donna (pena la nullità della seconda preferenza). Il voto di genere però complicherà non poco le cose ai candidati. Stando agli annunci, nella prossima competizione elettorale abbonderanno le liste civiche, o meglio quelle che non potranno contare su un voto di opinione legato al simbolo del partito: in poche parole, i voti dovranno venire per la maggior parte dai candidati, contrariamente a quanto accaduto in passato. Per ottenere i seggi in consiglio comunale, la lista dovrà raggiungere almeno il 5% dei voti validi.
Il sindaco che vince al primo turno ottiene il premio di maggioranza, a patto che le sue liste abbiano preso il 40% e le altre non abbiano superato il 50% dei voti; al ballottaggio, il sindaco vincente ottiene comunque il premio a meno che le altre liste coalizzate non abbiano almeno il 50%. Un sistema che rende difficile ottenere il premio a primo turno, ma molto più agevole prenderlo al secondo. Attenzione, però: al calcolo della soglia del premio, concorrono solo le liste che hanno superato il 5%. Inoltre un seggio va di diritto al miglior candidato sindaco sconfitto (che abbia ricevuto almeno il 20% delle preferenze).