Corre sul filo della memoria la polemica politica a Marsala. In consiglio comunale c'è stato un duro scontro tra Letizia Arcarca, consigliera del Psi, ex Forza Italia, alla quale sta molto a cuore il tema delle vittime delle foibe, e l'assessore alla cultura, Clara Ruggieri. “Ho partecipato ad una manifestazione con le scolaresche il cui tema era la ricorrenza delle Giornata del ricordo per le vittime delle Foibe - racconta Arcara -. L'assessore Clara Ruggieri ad un certo punto mi ha censurata togliendomi la parola”. Arcara spiega che nel suo intervento si riferiva al fatto che gli italiani sono stati cacciati nel dopoguerra dalle loro case nel nord est, mentre adesso “...noi, come è giusto, accogliamo i migranti”. Ruggieri ha accusato la Consigliera di avere sull'argomento, posizioni “razziste”. E ne è nata una lite in consiglio.
Sulla vicenda interviene Eleonora Lo Curto, ex assessore alla Pubblica Istruzione a Marsala:
Esprimere solidarietà alla Consigliera Letizia Arcara non è solo un atto di cortesia doverosa per l'ingiustificato e pesantissimo attacco sferratole dall'Assessora Clara Ruggeri, ma l'occasione per riflettere a voce alta sul valore delle parole , in questo caso l'aggettivo " razzista " con cui la predetta ha apostrofato la professoressa Arcara. Se è vero infatti che la libertà di parola e di espressione è un valore assoluto e soprattutto un diritto costituzionalmente garantito , è altrettanto vero che nessuno e , a maggior ragione chi riveste una funzione istituzionale , può permettersi di parlare senza “pesare” il valore delle parole e delle espressioni usate in pubblico. L'uso dell'aggettivo " razzista " nasconde infatti un giudizio il cui valore morale non può certo essere disconosciuto dall'Assessora , persona certamente di buona cultura il cui lavoro di insegnante nella Scuola presuppone un' adeguata competenza nell'uso della lingua italiana.
Poi c'è un altro fronte che riguarda i partigiani dell'Anpi, che hanno deciso di disertare l'8 Marzo la manifestazione di intitolazione di un luogo di Marsala alle partigiane marsalesi. Perché? L'Amministrazione, in pratica, vuole collocare tre targhe dedicate a tre partigiane marsalesi, ma i partigiani di Pino Nilo non vogliono perché a Villa Cavallotti, dove devono essere messe le targhe, ci sono anche due bronzi di due noti fascisti marsalesi volontari nella guerra di occupazione in Africa. Dichiara il presidente provinciale dell'Anpi, Aldo Virzì:
Marsala democratica ha una storia di democrazia e di libertà, ma soprattutto di antifascismo, come l’ANPI ha potuto documentare in un volume che ripercorre la vita dei tanti partigiani marsalesi, e di tutta la provincia di Trapani.
Sorprende che un’amministrazione democratica, erede di una storia che fa onore a questa terra, non abbia saputo, o voluto, nel rispetto delle regole, trovare, nonostante le tante proposte di mediazione avanzate dalla stessa sezione ANPI, una soluzione al problema.
L’ANPI di Marsala non sarà l’8 marzo a Villa Cavallotti, ne siamo profondamente dispiaciuti. Vogliamo solo augurarci che quello dell’8 marzo possa essere considerato un episodio, per quanto doloroso, che non infici il rapporto proficuo che deve esistere tra l’istituzione e la nostra associazione che ha come unico scopo la difesa dei valori della Costituzione.