Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
28/03/2017 06:00:00

Il patto di stabilità "apparente" del Comune di Favignana

  “Nel 2014 il Comune ha rispettato in maniera solo apparente il patto di stabilità”. Non usa i mezzi termini la sezione giurisdizionale della Corte dei conti siciliana, in relazione all’analisi effettuata sul rendiconto 2014 dell’Ente locale. Le criticità rimaste sul piatto, dopo le controdeduzioni del Comune, sono dieci, ma alcune pesano come macigni. Esaminiamo la più grave. Il punto 8, in particolare, per i giudici contabili ha rilevato criticità sull’utilizzo dei capitoli afferenti ai servizi per conto terzi. Il trasporto rifiuti via mare per conto della ditta Aimeri (impegni per 168.237,77 euro; pagamenti per euro 157.203,90) ha fatto emergere una “differenza -rilevante ai fini del patto di stabilità - tra il saldo finanziario e il saldo obiettivo finale di 13 mila euro. L’ente – hanno scritto i magistrati – dovrà fornire specifici chiarimenti sul conteggio effettuato per la verifica dell’osservanza del patto di stabilità”. Tale impropria appostazione ha avuto una rilevanza decisiva per il rispetto solo formale del patto di stabilità 2014, poiché ha sterilizzato dal computo un saldo negativo a fronte di un obiettivo formalmente raggiunto con un margine di soli 13.000 euro”. In altri termini, qualora l’ente avesse contabilizzato correttamente la spesa per il trasporto dei rifiuti nella parte corrente del bilancio, avrebbe violato il patto di stabilità.

PATTO DI STABILITÀ ARTIFICIOSO – La Corte ha ricordato agli amministratori comunali che: “in caso di artificioso conseguimento degli obiettivi imposti dal patto di stabilità” i giudici devono irrogare “sanzioni pecuniarie agli amministratori e al responsabile del servizio economico-finanziario che hanno posto in essere atti elusivi delle regole del patto stesso”. E, ancora, magistrati contabili col bastone in mano: “Una modalità di elusione è rappresentata proprio dall’errata imputazione di poste in sezioni di bilancio - in entrata o in uscita - non rilevanti ai fini del patto; un caso tipico è - come nella fattispecie in esame - quello dell’allocazione, tra i capitoli per servizi per conto di terzi, di spese che avrebbero dovuto trovare corretta appostazione tra quelle correnti”.

IL CONSIGLIO COMUNALE DOVRÀ INTERVENIRE – Ora la patata bollente deve passare dal Consiglio comunale per i correttivi. Sotto la lente dei magistrati contabili sono, infatti, rimaste 10 criticità dopo l’auto difesa del Comune. La linea difensiva dell’Ente, contenuta in alcune memorie difensive, non ha convinto per niente i magistrati contabili che hanno continuato a tirare le orecchie al Comune egadino. La delibera della Corte dei Conti siciliana è stata, infatti, già trasmessa al presidente dell’organo consiliare “per gli opportuni correttivi” che l’Assise dovrà obbligatoriamente deliberare e non “ con semplici enunciazioni di principio”, ma con atti concreti e verificabili.

Un film già visto, insomma, in parecchi Comuni che, tra piroette numeriche ed artifici contabili, provano a far quadrare conti che, però, sempre più spesso fanno acqua da tutte le parti.

Alessandro Accardo Palumbo

 www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo

 Twitter: @AleAccardoP