Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/04/2017 00:55:00

Lettera aperta a Papa Francesco sull'inchiesta che riguarda il Vescovo Mogavero

A Sua Santità Papa Francesco

 

Pur conoscendo i molteplici e importanti impegni che Sua Santità deve curare ogni giorno, mi permetto segnalarLe un caso che da cattolico mi sta a cuore.

Si tratta della vicenda giudiziaria del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero. Veramente dovrei dire: delle vicende giudiziarie. Il 17 dicembre 2015, il vescovo ha ricevuto dalla procura di Marsala un avviso di garanzia, per il reato di appropriazione indebita. Un’altra azione giudiziaria è stata promossa dalla procura di Marsala nei riguardi del porporato in questo mese di marzo 2017. Stavolta l’accusa sarebbe di truffa e abuso d’ufficio, per i lavori di costruzione della chiesa di San Lorenzo a Mazara del Vallo. Insieme a monsignore Mogavero, è indagato il suo predecessore nella diocesi, monsignor Calogero La piana.

Sono un garantista, nel senso che rispetto ugualmente la magistratura e gli indagati, che devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva di condanna. Tuttavia, avendo letto su un giornale che, data la lentezza proverbiale della giustizia di questo paese, si potrebbe arrivare alla prescrizione dei reati contestati, mi è sorto il timore che ciò possa realmente avvenire. Resterei in tal caso dubbioso sulla vicenda vescovile, poiché la giustizia non andrebbe oltre nell’accertamento di eventuali responsabilità, e nessuno potrebbe sapere se a capo della diocesi di Mazara c’è stato e ci sia un vero pastore di anime.

Le nuove accuse al vescovo rientrano nel filone di indagini cui fu sottoposto nel 2015, per appropriazione indebita riguardante il dirottamento di parte dei fondi dell’8 per mille. Secondo la notizia pubblicata a pag. 20 del Fatto Quotidiano di venerdì 31 marzo 2017, la procura è alla ricerca di 500.000 euro dirottati non si riesce a capire dove.

Il vescovo Mogavero è difeso da due avvocati di vaglia, Stefano Pellegrino e Nino Caleca, che hanno fatto sapere che alla base di queste vicende ci sono solo errori di natura contabile, e che tutto verrà presto chiarito.

Può darsi che gli avvocati riusciranno presto a scagionare dalle vecchie e dalle nuove accuse il vescovo, e ne sarei felice. Ma gli avvocati, si sa, quando prendono un incarico di difesa, fanno sempre dichiarazioni, anche fuori udienza, in difesa dei loro assistiti. In questo nulla di male. Ma, spesso, gli stessi avvocati tentano di portare alle lunghe i processi, in modo di far scattare i termini della prescrizione dei reati. Se si dovesse arrivare a questo, sarebbe la soluzione peggiore, perché resterebbero uno o due procedimenti interrotti, senza le relative sentenze di assoluzione o di condanna. Praticamente, noi cattolici resteremmo col dubbio sulla dignità del nostro vescovo.

Se un consiglio può essere dato a Sua Santità da un cattolico di periferia, Le consiglierei di far seguire dai suoi collaboratori le vicende su riportate, ormai di dominio pubblico, riguardanti la diocesi di Mazara, magari facendo suggerire, con le più appropriate parole, al vescovo Mogavero, di dare istruzione ai suoi avvocati di non usare i mezzucci avvocateschi che possano rallentare il corso dei processi, ma anzi di spingerli a collaborare con i magistrati per arrivare al più presto alle sentenze giudiziarie, che possano lasciare tranquilli gli animi dei fedeli.

Colgo l’occasione per augurare ogni bene a Sua Santità.

Marsala 31 marzo 2017

Leonardo Agate