Avviso di conclusione delle indagini preliminari per undici indagati nell’operazione antimafia "Freezer", coordinata dalla Procura distrettuale di Palermo e condotta dalla polizia ad Alcamo nello scorso mese di febbraio.
Gli avvisi sono stati notificati, oltre alle sei persone destinatarie dei provvedimenti cautelari (Ignazio Melodia, detto "u dutturi"), Salvatore Giacalone (detto «u prufissuri"), Antonino Stella, Filippo Cracchiolo, Vito Turriciano e Giuseppe Di Giovanni), anche ad Alida Maria Lauria, Leonardo Palmeri, Leonardo Zanca, Roberto Lo Meo e Diego Rugeri. Gli indagati, a vario titolo, rispondono delle accuse di associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento.
L’inchiesta, sfociata nel blitz di febbraio, con la scoperta dei summit organizzati all’interno di una cella frigorifero (i picciotti di Cosa Nostra pensavano di essere al sicuro, non sapendo della presenza delle cimici), fotografa, secondo gli inquirenti, la mappa aggiornata del potere mafioso alcamese.
A capo dell’organizzazione gli inquirenti indicano Ignazio Melodia, fratello del boss Antonino, in carcere per scontare ergastoli e ritenuto indiscusso capomandamento di Alcamo. Le intercettazioni ambientali hanno permesso di evidenziare che le il pilastro dell’economia mafiosa è il racket delle estorsioni.
Le cimici hanno svelato altresì l’influenza esercitata dai clan durante le ultime elezioni amministrative. Tra gli indagati figura infatti Giuseppe Di Giovanni, compagno del chirurgo Alida Maria Lauria, candidata al Consiglio comunale lo scorso anno con la lista «Insieme di può». La donna ottenne 140 voti e non riuscì ad essere eletta. Tuttavia le cimici hanno registrato le minacce, con la pistola in pugno, che Di Giovanni avrebbe esercitato a carico di potenziali elettori della compagna, che risulta indagata per favoreggiamento in quanto a conoscenza del metodo illecito di accaparrare voti.