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30/04/2017 00:55:00

La Rai sei tu?

di Leonardo Agate - Parafrasando un logo della Coop, si può dire: "La Rai sei tu", con una differenza: ai supermercati della Coop ci vai se ci vuoi andare a comprare, ci ritorni se pensi che i prodotti acquistati sono convenienti per qualità e prezzo, mentre il canone Rai lo devi subire, anche se non vuoi vedere i suoi programmi.

La Rai - radiotelevisione italiana s.p.a. é una delle più grandi aziende di comunicazione del continente. Dal 5 agosto 2015 ne é presidente Monica Maggioni, che percepisce un compenso di 240.000 euro. Il compenso del presidente era molto più alto, ma é stato ridotto sotto la spinta critica di milioni di italiani. Anche il compenso del direttore generale Antonio Campo Dall'Orto é stato ridotto entro il nuovo tetto fissato dalla legge. Prima era tre volte tanto.

Ancora non si sa quello che avverrà circa i compensi che saranno dati agli artisti, ingaggiati dalla Rai per gli spettacoli. Ci sono controversie in corso che il legislatore non ha saputo ancora dirimere. Per esempio, percepiscono compensi superiori a un milione di euro: Clerici Antonella; Conti Carlo; Fazio Fabio; Insinna Flavio; Guardì Michelangelo; Vespa Bruno.

Poi, ci sono altri sei signori che percepiscono compensi tra i 500.000 euro e i 999.999 euro (Frizzi Fabrizio, Giletti Massimo, Goggi Loretta, Littizzetto Luciana, Magalli Giancarlo, Amadeus).

Ancora, ci sono una trentina di signori che percepiscono compensi tra i 240.000 euro e i 499,999 euro.

Tutti quelli che percepiscono compensi superiori a 240.000 euro sono presentatori, giornalisti e conduttori non veri e propri dipendenti Rai, anche se lavorano assiduamente nell'azienda. Sono comunemente chiamati "artisti".

I dati relativi ai veri e propri dipendenti Rai li ho tratti dal sito ufficiale della Rai. Gli altri li ho presi dal Fatto quotidiano del 28 aprile 2017.

Dei compensi che sono stati erogati agli artisti saltuari che vengono a fare programmi in Rai non so dove prendere i dati, ma di tanto in tanto leggo che alcuni artisti per una apparizione o poche apparizioni riscuotono cifre milionarie.

Il presidente del consiglio di amministrazione Rai, nella lettera agli azionisti, che precede i bilancio separato Rai al 31/12/2015 e il bilancio consolidato del Gruppo al 31/12/2015, ultimi bilanci annuali approvati, afferma: " In sintesi, le parole chiave della Rai, all'interno dei prerequisiti indispensabili di funzionalità ed efficienza organizzative e di attenta disciplina economica - finanziaria, saranno libertà creativa, raggiungimento di una platea universale, fiducia e consenso".

Sempre dal sito ufficiale della Rai apprendo che i ricavi complessivi dell'azienda, pari circa a 2.335.000 euro sono costituiti per il 70% dal canone che i contribuenti pagano, ora nella bolletta della luce.

Perché la radio televisione di stato, servizio pubblico essenziale secondo legge, deve essere così elefantiaca? Se lo scopo é quello di dare un'informazione obbiettiva, non si vede il motivo perché debba interessarsi su larga scala di intrattenimento, spettacoli e editoria. Basterebbe un numero molto ridotto di dipendenti per assolvere alle necessità di comunicazione ufficiale ai cittadini di quanto loro possa essenzialmente interessare per vivere informati nello stato.

I programmi di intrattenimento e di spettacolo potrebbero essere lasciati alle radiotelevisioni private, che li sanno fare bene e spesso meglio della Rai. Le radiotelevisioni private non chiedono soldi ai contribuenti, perché si autofinanziano con la pubblicità. Se riescono, come riescono, ad avere ascoltatori e telespettatori spesso in misura maggiore della Rai, vuol dire che fanno programmi più attraenti, e che ottengono dal pubblico un consenso maggiore.

Questo elementare discorso non é stato mai recepito dalla classe politica, di centro, di destra o di sinistra, che dal dopoguerra ad oggi ha governato il paese. Perché? La risposta non é difficile: i vari partiti hanno ottenuto dalla Rai un appoggio ai loro indirizzi politici e la possibilità di sfruttarla per fini clientelari.

Se il servizio pubblico di informazione fosse ridimensionato, il canone obbligatorio potrebbe diminuire. Invece, la Rai, secondo quanto dichiarato dal presidente nella lettera agli azionisti, mira ad avere una platea universale. Lo stesso scopo avevano le trasmissioni radiofoniche nel ventennio fascista. Lo stesso scopo é quello che hanno oggi tutte le emittenti radio - televisive nei paesi dittatoriali.

Allora: "La Rai sei tu"? O "La Rai sono io, e tu cittadino e contribuente non conti un tubo?".