di Leonardo Agate - Carmelo Zuccaro, capo della procura della repubblica di Catania, ha dichiarato che alcune organizzazioni non governative (Ong) sono colluse coi trafficanti di persone dalle coste africane verso l’Italia: trasbordano i migranti fin sotto le coste libiche e li sbarcano nel nostro paese, precisamente nella nostra Sicilia.
I magistrati dovrebbero parlare di meno e fare le indagini e i processi. Zuccaro avrebbe fatto meglio a indirizzare una lettera riservata al governo, e intanto proseguire con le indagini.
Il governo, da parte sua, dovrebbe essere informato, come Zuccaro, dei dubbi etici che ci sono su alcune Ong. Sarebbero una cinquina a violare i principi del diritto e quelli della loro stessa natura di organizzazione privata senza fine di lucro. La lettera riservata di Zuccaro al governo non avrebbe detto nulla che il governo non avrebbe dovuto sapere di suo, ma avrebbe avuto il valore di un sollecito alle forze politiche di intervenire con un decreto legge o con un altro provvedimento legislativo o amministrativo per evitare che certe organizzazioni oltrepassino il confine del lecito.
Comunque sia, le dichiarazioni del procuratore hanno aperto un ampio dibattito, a livello politico e di pubblica opinione, sul trasferimento dei migranti dalle coste africane all’Italia. Questo nuovo dibattito fa seguito a quelli precedenti e periodici che si verificano in occasione di ogni nuova strage di migranti in mare.
La politica, italiana e europea, non ha saputo gestire il fenomeno migratorio. Non l’ha saputo gestire bene nel Canale di Sicilia, né nei centri di accoglienza, dove i migranti avrebbero dovuto essere identificati, divisi per categorie: profughi, migranti per ragioni economiche, delinquenti. Di seguito, i migranti avrebbero dovuto essere smistati nei vari paesi europei o rimpatriati.
L’Unione europea ha litigato, fra i suoi membri, sul numero dei migranti “regolari” da trasferire nei vari stati. Non ha nemmeno sostenuto adeguatamente l’Italia, che è la prima sponda di approdo di quei disperati. E se pure ha dato quattrini all’Italia per l’accoglienza, l’inefficienza burocratica italiana ha rallentato il processo di smistamento o di rimpatrio. A ciò si aggiunga che affari d’oro illeciti sono sorti sulla pelle dei migranti. In un'intercettazione eseguita dal Ros dei Carabinieri per conto della procura di Roma, nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, Buzzi così si rivolge a Pierina Chiaravalle, sua collaboratrice:
« [...]Tu c'hai idea de quanto ce guadagno sugli immigrati? il traffico de droga rende meno..” Buzzi si rivolgeva continuamente, per appoggi, sia a esponenti politici di destra che di sinistra. |
Posto che la maggior parte delle Ong sono costituite da volontari animati da spirito di solidarietà umana e non ha fine di lucro, c’é anche da chiedersi se quello che queste buone organizzazioni fanno rientra nei limiti del consentito.
In seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, il governo Letta autorizzò l’operazione Mare nostrum, con lo scopo di prestare soccorso ai migranti prima che potesse ripetersi un’altra tragedia. L’operazione Mare nostrum non durò molto, perché l’Unione europea decise di sostituirla con il programma europeo Triton di Frontex (Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera). L’operazione Triton si avvale di aerei e navi; il suo scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne all’Ue, aeree, marittime e terrestri, e l’attuazione degli accordi con i paesi confinanti con l’Ue.
Rispetto all’operazione Mare nostrum, con l’operazione Triton, diventata operativa il 1° novembre 2014, il campo di intervento pubblico si è arretrato rispetto al salvataggio attivo, che si spingeva fin sotto le coste africane.
Dunque ci sono delle regole europee. Le Ogn, invece, continuano a fare quello che si faceva con la cessata operazione Mare nostrum. Allora c’è un problema, che è questo: i volontari della solidarietà possono andare oltre le regole stabilite dall’Unione europea a salvaguardia degli interessi comuni?
Chi se la sente, dia la sua risposta.