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13/05/2017 00:00:00

Smontare i falsi miti contro i vaccini

Il tema fondamentale delle vaccinazioni è inquinato da una serie di convinzioni errate, alle quali bisogna controbattere in modo motivato. E’ ormai imperativo contrastare il preoccupante declino delle vaccinazioni cui si sta assistendo da qualche anno nel nostro paese. Bisogna smontare le resistenze dei genitori scettici di fronte all’ipotesi di vaccinare i propri figli.
Fin dalla nascita, il nostro sistema immunitario incontra migliaia di virus e di batteri e produce anticorpi diretti contro gli antigeni che li compongono. Negli anni ottanta si iniettavano più di 3000 antigeni per vaccinare contro sette malattie (difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite e rosolia).

Grazie ai progressi della ricerca scientifica, oggi i vaccini sono molto più purificati: oggi si iniettano soltanto 150 antigeni per vaccinare contro 14 malattie (alle precedenti si sono aggiunte emofilo, epatite B, varicella, pneumococco, meningococco B e C e rotavirus). Sono numeri che impegnano ben poco il nostro sistema immunitario che è in grado di riconoscere e di rispondere a un elevatissimo numero di antigeni. Partendo dai principi dell’immunologia è possibile stimare il numero di vaccini a cui un bambino potrebbe rispondere in una sola volta: ovvero ogni bambino avrebbe la capacità teorica di rispondere a circa 10 mila vaccini contemporaneamente. Inoltre numerosi studi hanno dimostrato come la produzione di anticorpi sia simile per le somministrazioni multiple rispetto alle somministrazioni singole per la maggioranza dei vaccini attualmente in commercio.

Le malattie infettive non sono state completamente debellate. E’ soltanto grazie alla vaccinazione di massa che molte malattie infettive sono sotto controllo e potrebbero essere debellate in futuro. Non è vero che le malattie infettive stavano già scomparendo prima dell’introduzione dei vaccini, basti un esempio per tutti, la poliomielite è sempre esistita e le epidemie si sono verificate in Europa anche negli anni ’50 e ’60, in un periodo cioè di netto miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Ma è stato soltanto dopo l’introduzione del vaccino anti-polio, negli anni sessanta, che si è assistito alla sua scomparsa. Un’epidemia di poliomielite è stata descritta in Olanda negli anni ’90 in un gruppo di adepti della Chiesa Protestante Riformata che rifiutavano di vaccinare i propri figli con 72 episodi di infezione, 2 morti e 59 paralizzati a vita.

I vaccini sono composti da:
• Un microrganismo attenuato o inattivato;
• Acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile;
• Adiuvanti: Sali di alluminio (stimolano la risposta immunitaria rendendola duratura);
• Stabilizzanti: albumina e gelatina;
• Antibiotici in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica.

I vaccini non contengono mercurio (completamente abbandonato dal 2002). Le minime quantità di tali sostanze contenute nei vaccini non sono tossiche. Possono causare reazioni allergiche in un caso su due milioni di somministrazioni.
Dai tantissimi studi scientifici effettuati non emerge alcun dato sul nesso di causalità tra vaccini e autismo. L’unico studio che riportava un legame causale tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) e l’autismo si è rivelato gravemente fallace, al punto che lo stesso autore (stava registrando un brevetto per un nuovo vaccino anti-morbillo) è stato radiato dall’Ordine dei medici. Come attesta anche l’Organizzazione mondiale della Sanità “ i dati epidemiologici disponibili non mostrano alcuna evidenza di un legame tra il vaccino MPR e i disordini dello spettro autistico”.

I vaccini non proteggono il 100% dei vaccinati, proprio per questo bisogna avere e mantenere percentuali di coperture vaccinali sempre alte. L’alto numero di soggetti immunizzati impedisce la trasmissione delle malattie infettive anche alle persone che non hanno risposto in maniera efficace ai vaccini, la cosiddetta “immunità di gregge”. La vaccinazione resta un importante strumento di prevenzione che con un unico gesto permette di offrire sia la protezione individuale sia una protezione della collettività: non a caso la stessa Organizzazione mondiale della Sanità recentemente ha dichiarato che i vaccini prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno e che i bambini vanno protetti fin dai primi mesi di vita.

I benefici dell’immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate superano straordinariamente i gravi rischi dell’infezione naturale. L’infezione naturale da morbillo, per esempio, provoca l’encefalite in uno su mille bambini infettati. Al contrario la vaccinazione MPR può provocare come complicanza una grave reazione allergica soltanto in un caso su un milione di vaccinati.
L’influenza è una delle malattie infettive a maggior impatto sociale, perché provoca ogni anno in Italia dai 5 agli 8 milioni di casi con circa 8.000 decessi e alti costi economici per la sanità pubblica.

Il vaccino contro l’influenza è un valido strumento di prevenzione, ma molti altri virus (rhinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali e altri ancora) possono provocare una malattia simile all’influenza. Dopo aver praticato la vaccinazione antinfluenzale, se incappiamo durante l’inverno in una malattia simil-influenzale abbiamo l’impressione che la vaccinazione non abbia funzionato. Soltanto con le vaccinazioni si ha il retrocedere delle malattie infettive che porterà ad avere una qualità di vita migliore e una sopravvivenza più lunga.


Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri
Ricercatore e divulgatore scientifico
Marsala
Cell.360409851
Email: dott.a_tummarello@libero.it